VARESE Circa il 9% di dispersione scolastica alle superiori, in una scuola varesina che eccelle nei test Invalsi, ma che ha sempre meno prof per un numero di studenti che tende a crescere.
E su cui, come se non bastasse, quest’anno è arrivata la mazzata dei presidi respinti dal Tar, lasciando 76 istituti su 106 con il preside dimezzato per le reggenze.
È il quadro emerso dal rapporto di inizio scuola presentato dal dirigente dell’Ufficio
scolastico territoriale, Claudio Merletti, e dall’assessore provinciale all’Istruzione, Alessandro Bonfanti.
La scuola pubblica varesina, insomma, fa l’impossibile per dare la migliore formazione ai ragazzi, e i risultati dell’Invalsi confermano gli sforzi dei docenti. Ma il sistema regionale e nazionale rema contro, aumentando le difficoltà.
Sono i numeri a dirlo, come spiega Merletti: «I risultati dei test Invalsi, sia per italiano che per matematica, confermano che gli studenti varesini sono molto più preparati della media lombarda, che già è tra le più alte a livello nazionale. Una conferma degli sforzi dei nostri professori, che lavorano in condizioni spesso difficili».
I professori, ad esempio, sono diminuiti: 288 in meno rispetto all’anno 2011/2012, a fronte di un aumento di 2.828 alunni, dalla materna alle superiori. «Ma il gap verrà coperto con le nomine a tempo determinato, che sono già state definite» spiega Merletti: i prof precari, infatti, questo pomeriggio al Manzoni riceveranno gli ultimi incarichi. Un dato che fa riflettere, anche se ancora non definitivo, è quello della dispersione scolastica: poco meno del 9% dei ragazzi si perde nel percorso dopo la terza media, che sia un liceo o istruzione professionale. E spesso entra in un limbo di disoccupazione.
I ragazzi che ogni anno non iniziano alcun percorso formativo dopo la terza media, secondo l’Ust, sono circa 2.500, a cui vanno aggiunti i settecento che abbandonano a metà anno. Ed ecco arrivati a 3.200 studenti, il 9% di quei 37.212 che quest’anno si sono iscritti alle secondarie di secondo grado della provincia. Tra gli studenti la situazione è comunque complessa. 2.642 sono diversamente abili, e vengono assistiti da 1.091 insegnanti di sostegno, «un numero destinato ad aumentare nell’immediato». C’è poi il nodo dei ragazzi con disturbi dell’apprendimento, circa milleottocento studenti che hanno bisogno di strumenti e competenze adeguate. «Ma i corsi di aggiornamento per i docenti proseguono».
Chiude la carrellata di dati l’assessore Bonfanti che, parlando della questione presidi, definisce «scandalose e politiche» le sentenze di Tar e Consiglio di Stato.
s.bartolini
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