Berlino, 20 mag. (Apcom) – Sergio Marchionne non è riuscito a
dissipare i dubbi dei sindacati tedeschi sul suo piano per
assumere la guida di Opel. Il leader dei metalmeccanici, Berthold Huber, si è mostrato ancora scettico nei confronti del Lingotto, dopo un incontro con l’amministratore delegato di Fiat svoltosi ieri mattina a Francoforte. Marchionne, comunque, non demorde e lavora agli ultimi dettagli del piano, che dovrà essere presentato entro oggi. E intanto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, mette in chiaro che gli stabilimenti di Fiat in Italia non si toccano.
Il leader del sindacato IG Metall, Huber, ha spiegato che
l’incontro con Marchionne, durato circa un’ora e mezza, è stato
“aperto”. Tuttavia, ha aggiunto, da un lato ci sono differenti
culture aziendali tra Italia e Germania sul tema della cogestione e del peso dei sindacati all’interno delle società; dall’altro lato resta il problema della sovrapposizione dei modelli di Fiat e Opel. Un punto, quest’ultimo, su cui i sindacati tedeschi hanno fatto leva nei giorni scorsi per giustificare il loro no al Lingotto e la loro preferenza per un fornitore come l’austro-canadese
Magna. In ogni caso il partner che vorrà rilevare da General Motors la maggioranza di Opel dovrà rispettare alcune condizioni, ha puntualizzato Huber. Anzitutto una sufficiente liquidità; poi il mantenimento della cogestione e infine la difesa a lungo termine dei posti di lavoro. Il leader sindacale si è poi mostrato aperto a possibili colloqui anche con altri soggetti interessati ad Opel, come il fornitore austro-canadese Magna.
Marchionne, dal canto suo, ha provato a spazzare il campo dalle cifre sui possibili tagli ai posti di lavoro. “Non ho discusso di numeri con nessuno”, ha detto a Bloomberg Television l’ad del Lingotto. Il quale ha anche puntualizzato che l’offerta di Fiat per Opel non sarà in contanti, bensì dovrebbe ruotare intorno ad asset (“altrettanto buoni, se non probabilmente migliori dei contanti”, ha precisato).
Comunque l’offerta non è stata depositata al governo: “stiamo ancora lavorando ai dettagli”, ha affermato, aggiungendo: “possiamo offrire molto ad Opel”. Un messaggio che l’ad del Lingotto ha portato anche in Turingia, l’unico dei quattro Laender con stabilimenti Opel che non aveva ancora visitato. Dopo Francoforte Marchionne si è recato infatti ad Erfurt (capoluogo della Turingia), dove ha presentato il suo piano al presidente della LEG (la società che promuove gli investimenti nel Land), Andreas Krey. Secondo quanto appreso da Apcom il governatore della Turingia Dieter Althaus non era all’incontro.
Insieme a Fiat e Magna, in corsa per lo storico marchio tedesco potrebbe esserci anche un terzo soggetto: il fondo statunitense di private equity Ripplewood. Lo scriveva ieri la Bild, rilanciando quanto anticipato nei giorni scorsi dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Come assicurato dal cancelliere Angela Merkel l’esecutivo federale intende valutare senza indugi i piani. E così già oggi, subito dopo il consiglio dei ministri, è in programma un vertice sul futuro di Opel a cui parteciperanno, oltre a Merkel, il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, quello ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg e quello delle Finanze, Peer Steinbrueck.
Ieri intanto, secondo quanto riporta l’Associated Press,
rappresentanti di Stato, Laender e banche hanno raggiunto un
accordo di massima su un finanziamento-ponte per Opel.
Nel frattempo, a margine del Credit Day al Ministero dell’Economia, il ministro Scajola ha precisato ieri che “per il governo è inderogabile il mantenimento dei cinque stabilimenti in Italia”. Comunque, ha continuato, “ci auguriamo una chiusura positiva della trattativa perché se Fiat cresce all’estero cresce anche in Italia”. Il ministro ha poi confermato che “ci sarà un incontro per definire e ascoltare il piano industriale”. E sui possibili aiuti regionali per la casa automobilistica torinese Scajola ha assicurato: “valuteremo attraverso lo strumento dei contratti del territorio”.
Aal
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