Scrivere la scienza Ora c’è una scuola

Ottenere ottimi risultati da una ricerca e non riuscire a pubblicare i dati e a farli conoscere alla comunità scientifica. Può succedere, soprattutto ai giovani ricercatori, che non sempre nel loro iter formativo vengono adeguatamente preparati a redarre in modo coretto ed efficace un articolo scientifico, e ad evitare quegli ostacoli possono impedire o ritardare la pubblicazione di quanto si è scoperto.

E’ nata da queste considerazioni la proposta della “Scientific Writing Academy” del Mario Negri la cui prima edizione si svolgerà dal 23 al 30 settembre presso il Centro Daccò di Ranica, con una modalità didattica del  tutto unica. I nove ricercatori ammessi alla scuola, alcuni dei quali provenienti dall’estero, “impareranno facendo”, lavoreranno cioè per una intera settimana su dati e risultati messi a disposizione dal Negri preparando un vero articolo scientifico, pronto per essere sottoposto e pubblicato da una testata internazionale.

I partecipanti, ospitati a tempo pieno nella ottocentesca Villa Camozzi, affronteranno, discuteranno e impareranno come  risolvere tutte le difficoltà che emergono quando si scrive un articolo scientifico sotto la guida di Michael Goligorsky, professore del New York Medical College, che attualmente sta trascorrendo un anno sabbatico presso il Mario Negri di Bergamo.
Il professor Goligorsky ha una vasta esperienza editoriale non solo come autore di oltre duecento pubblicazioni, ma anche e soprattutto come membro dei comitati editoriali di numerose e prestigiose riviste scientifiche in campo biomedico.

I partecipanti alla scuola impareranno a presentare in modo corretto, rigoroso ed efficace la propria ricerca e i risultati ottenuti, acquisiranno gli strumenti necessari per scrivere articoli scientifici in inglese e verranno  guidati a una profonda comprensione di tutto il processo editoriale relativo alle pubblicazioni scientifiche. Apprenderanno inoltre come presentare al meglio la propria ricerca per ottenere finanziamenti attraverso bandi pubblici.
 
L’idea che sta alla base della nostra proposta didattica – dice Giuseppe Remuzzi – è che se i risultati, magari ottimi, di una ricerca non riescono ad essere pubblicati o finanziati per inesperienza del ricercatore nello scrivere, per le “trappole” del doverlo fare una lingua diversa dalla propria, o per problemi formali, chi ne paga le conseguenze sono i possibili beneficiari di quanto viene scoperto, che nel caso della ricerca biomedica sono i malati. E questo vogliamo evitarlo.

Sono più di 1.500 i lavori che gli scienziati del Mario Negri di Bergamo ha pubblicato sulle più importanti riviste internazionali in circa 30 anni di attività, un patrimonio di esperienza che oggi l’Istituto mette a disposizione dei giovani ricercatori per sostenerli ed aiutarli concretamente a proseguire con successo la carriera, non certo facile,  di ricercatori.

Nei prossimi mesi sono previste altre edizioni della scuola, una iniziativa dunque che avrà continuità nel
tempo e che ben si inserisce nella lunga tradizione di formazione in cui è impegnato da sempre l’Istituto Mario Negri.

Web: http://negribergamo.marionegri.it/swa
Info: [email protected]

a.ceresoli

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