TRADATE «L’accordo con il Pdl è improponibile». Stefano Candiani gela tutti sul fronte delle alleanze, chiudendo definitivamente i battenti al rinnovo dell’accordo elettorale con gli (ex) alleati.
Nelle scorse settimane il sindaco leghista di Tradate era sembrato possibilista sul raggiungimento di un’intesa nel segno della continuità, dopo dieci anni di governo in tandem. «In passato abbiamo governato bene – puntualizza Candiani – ma, come per ogni contratto in scadenza, anche in questo caso, prima di rinnovare, occorre che tutte le condizioni vengano valutate».
E pare proprio che queste condizioni siano venute a mancare: «Non possiamo ignorare le posizioni del Pdl a livello nazionale. Non possiamo stare con un partito che sostiene il governo che sta tagliando le gambe ai cittadini e agli enti locali con l’introduzione dell’Imu e il blocco delle tesorerie comunali».
Insomma, la Lega tradatese esce allo scoperto e dice con chiarezza quello che in molti si aspettavano, palesando la volontà di una corsa in solitaria. La posizione padana getta così una nuova luce sullo scenario elettorale tradatese, con il Pdl costretto a percorrere la strada più complessa, con la candidatura di un proprio uomo e la ricerca di un consenso forte.
Ora si apriranno le grandi manovre per il rastrellamento del parco alleati e la formazione di liste in grado di portare acqua al mulino. Nelle scorse settimane il coordinatore cittadino del Pdl Rosario Tramontana aveva dichiarato di non temere la rottura dell’alleanza, e che il suo partito era pronto ad affrontare una campagna elettorale senza esclusione di colpi. Dovrà sfoderare le armi migliori per spuntarla contro la Lega, di gran lunga la forza favorita.
Una robustezza di cui il Carroccio è consapevole, tanto da far intendere che nemmeno in caso di ballottaggio ci si dovrà aspettare una ricucitura nei rapporti: «È prematuro parlarne ora – ha detto Candiani – ma io sono dell’avviso che gli accordi non si possano fare in corsa. Difficile che in pochi giorni si definisca quello che non si è deciso in diversi mesi».
Ora il centrodestra è spaccato in tre: la Lega, il Pdl e l’area civica dell’ex An Franco Accordino, che si divideranno il 60% dei consensi. Una lotta tutta da combattere.
Alessandro Madron
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