LOZZA Gli operai di ItalTunnel restano senza stipendio e bloccano il cantiere di Pedemontana. Sono una settantina i lavoratori che da mercoledì mattina sono riuniti in assemblea permanente per trovare una forma di protesta efficace contro il mancato pagamento degli stipendi e delle trasferte per i mesi di agosto e settembre. Ieri pomeriggio i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato una rappresentanza di Pedelombarda e di Italterra (il gruppo a cui fa capo Italtunnel), per capire quali siano le prospettive per i lavoratori e quali le garanzie circa il pagamento dei loro stipendi.
«Nel cantiere di Pedelombarda per la tangenziale di Varese abbiamo un subappalto che si chiama Italtunnel, del gruppo Italterra, che occupa 570 persone a livello nazionale, i problemi non riguardano solo il cantiere di Lozza» ha spiegato Antonio Massafra, segretario provinciale della Fenea Uil, che poi ha puntualizzato: «L’ItalTunnel si occupa delle opere di consolidamento delle due gallerie di Morazzone. Attualmente è stata aperta una concorsuale e la società è in amministrazione controllata, i dirigenti hanno perso poteri di firma e quindi non pagano stipendi e trasferte».
Così a due mesi dall’inizio delle difficoltà gli operai chiedono garanzie: «Oggi – incalza Massafra – non c’è più nemmeno la garanzia occupazionale, Italtunnel non riesce più a fornire nemmeno i materiali e non c’è nemmeno la certezza che l’azienda possa continuare l’opera e non si sa se potrà essere affidata ad un altro subappalto. Noi ci siamo riuniti anche con le altre sigle in assemblea permanente, oggi abbiamo incontrato i dirigenti delle aziende ma non ci hanno fornito alcuna garanzia concreta, restiamo tutti in balia di decisioni che dovranno essere prese. Vista la situazione domattina (oggi, ndr) andremo dal prefetto».
Meno drammatica la posizione dell’amministratore del gruppo ItalTerra, al termine della riunione con i sindacati: «La faccenda non è stata prospettata nei termini giusti, anche in termini di garanzie – ha detto – sia occupazionali che per i pagamenti maturati, che sono assolutamente garantiti, sono un privilegio puro, è solo una questione di tempo». Poi ha continuato, rassicurando i dipendenti: «Noi abbiamo 501 dipendenti con gli stessi problemi in tutti i cantieri in Italia, questo è l’unico cantiere dove abbiamo avuto una manifestazione di questo genere. Pur comprendendo umanamente, quella di oggi mi sembra una misura eccessiva. Le rassicurazioni ci sono e i lavoratori non devono avere nessun timore».
b.melazzini
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