“Arrogantello tricolore” Leghisti ticinesi contro Pellicini 

LUINO Toni altissimi. Come sempre. Così la Lega dei Ticinesi dal suo organo di informazione web, “Il mattino online”, attacca il sindaco di Luino, Andrea Pellicini. Con quella che vuole essere una risposta, sguaiata, alla presa di posizione di ieri l’altro del primo cittadino in difesa dei frontalieri e dei loro sacrifici quotidiani. Nell’articolo «Il sindaco di Luino dà ordini al Cantone», infatti, i leghisti di oltreconfine partono all’attacco, lancia in resta, di Pellicini. «I fascistelli di Oltreconfine,

abituati a invadere Paesi altrui con masse di immigrati caciaroni, si scagliano contro la possibilità di cambiamenti sui ristorni dei frontalieri. E un sindaco piangina ci spiega cosa dobbiamo fare per mantenere lui e mezza Lombardia. Certa gente – si legge – è così fuori di zucca che, probabilmente, non si rende neppure conto delle fandonie che gli scappano di bocca. Capita infatti che il sindaco di Luino, invece di pensare ad amministrare con oculatezza elvetica, o comunque centro-europea, la sua scassata cittadina, si scagli violentemente contro la possibilità che la Svizzera modifichi l’importo che Berna trasferisce a Roma grazie alla manna dei frontalieri. Senza rendersi conto di sfiorare il ridicolo, questo arrogantello tricolore, nel caso la Confederazione decidesse di trattare i frontalieri mangiapasta come quelli austriaci e germanici, paventa l’apocalisse. Ovvero, il fallimento di decine di amministrazioni comunali delle province di Varese, Como,e Sondrio. Scusate, ma a noi dovrebbe fregare qualcosa?».

La violenza verbale dei leghisti del Ticino, così, non si limita a prendere di mira il sindaco, ma tutta la città e le province di confine della Lombardia. «Che il luinese abbia scambiato un Paese sovrano e indipendente, con una sezione della Caritas? Trattenere in Svizzera la stessa percentuale che tratteniamo per i frontalieri austriaci e germanici non va, ci mancherebbe. Gli italiani devono sempre riceve trattamenti privilegiati. E perché? – continua l’affondo leghista – . E non è finita. Perché quando si vanno a modificare le abitudini consolidate di chi vive sfruttando il prossimo, succede il finimondo». Tiri ad alzo zero destinati a rimpolpare le polemiche post elettorali in Ticino. Che hanno dato il la agli affondi di Giuliano Bignasca e colleghi di partito. Gli stessi a cui Pellicini, ventiquattro ore fa, aveva detto di «vergognarsi». «Perché è ingiusto sotto ogni profilo – aveva spiegato il sindaco di Luino – chiedere la riduzione della percentuale sui ristorni dei nostri frontalieri. E portare avanti l’odiosa campagna instaurata nei confronti degli italiani che lavorano oltre confine, i quali, bisogna ricordarlo, hanno fatto grande il Canton Ticino con la loro professionalità».

f.tonghini

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