VARESE Saranno ridotte a otto, più Milano, città metropolitana, le province in Lombardia. Questo è la decisione approvata con il voto dell’assemblea del Cal (Consiglio delle autonomie locali), presieduta questa mattina da Guido Podestà.
La nuova geografia istituzionale, a seguito del decreto legge 95/12, sarà composta, dunque, da Milano (città metropolitana), le due nuove Province, Cremona e Lodi accorpate, Varese, Como, e Lecco, anch’esse accorpate. Restano immutate, invece, quelle di Pavia, Bergamo e Brescia. Proseguono il loro mandato in deroga quelle di Monza Brianza, Mantova, e Sondrio.
«Il risultato ottenuto quest’oggi rispecchia anche le difficoltà legate a una legge imperfetta e, per questo motivo, trovare una sintesi migliore non era davvero cosa semplice – ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano e del Cal, Guido Podestà – Al termine dei lavori abbiamo imposto una condizione assoluta che impegna il governo della Regione Lombardia a premere sul governo nazionale per garantire il primo livello. Mantenere, cioè, la possibilità per i cittadini di votare con l’elezione
diretta a suffragio universale. Un’opportunità che si rende indispensabile per non depotenziare e delegittimare la futura Città metropolitana e favorire, invece, ancora una volta, un gruppo di nominati non scelti dal popolo. L’altro punto qualificante della riunione è stato quello di mantenere la proposta di delibera, senza inserire Monza Brianza, nell’accorpamento delle province subalpine».
«Si prosegua, dunque, anche a livello nazionale verso il riordino tenendo ben presente, però, che “i compiti a casa” siano svolte da tutte le Regioni, e non solo quelle più virtuose, soprattutto, al nord. Il nostro obiettivo è mirato al raggiungimento di una buona riforma di carattere non esclusivamente notarile, che tenga in considerazione le specificità e le tradizioni dei territori. A Roma, però, non dimentichino che il nuovo assetto istituzionale disegnato non produrrà nessuna riduzione dei costi. Inoltre, è fondamentale che vengano confermati i servizi che ad oggi sono garantiti ai cittadini. In caso contrario, sarebbe un vero disastro, alla luce del fatto che la Lombardia vanta al proprio interno 10 milioni di abitanti. Un medio Stato europeo come, per esempio, il Belgio, non può essere privo di un livello intermedio di governo e di gestione dei servizi» conclude Podestà.
«Con il sindaco Fontana – ha dichiarato il presidente della Provincia di Varese Dario Galli – abbiamo fatto forse l’unica proposta tesa a superare le logiche campanilistiche emerse in assemblea, ovvero abbiamo chiesto che la Lombardia presentasse un riordino fatto su base storica e logica, mantenendo di fatto le nove province storiche delineate nel 1948 e che rispettavano su media regionale i parametri della popolazione e del territorio. Ora la questione passa al Consiglio regionale e mi aspetto che venga avanzata al Governo una proposta sensata».
Il presidente Galli ha poi espresso perplessità sulla deroga di Monza: «Nulla di personale con questa realtà, ma faccio fatica a comprenderne la logica di mantenere una provincia nata qualche anno fa, che ha meno abitanti di Varese, ma un terzo del nostro territorio, che significa una dimensione sei volte inferiore a quello previsto dai parametri governativi. Mentre non si tiene in considerazione le peculiarità storiche, territoriali e geografiche, come ad esempio il confinare con uno stato extra Ue, che invece presenta Varese. Infine, fatico anche a comprendere l’elasticità delle deroghe valide per gli altri e la rigidità utilizzata per Varese».
s.bartolini
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