VARESE «Il 23 luglio il mio ministero e quello di Bossi apriranno a Monza. Che piaccia o non piaccia a Roma». Boom. Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, sul palco di Besozzo, lancia la devolution dei dicasteri, dicendo che andranno fino in fondo. È questo l’apice della serata, che inizia con la “bacchettata” di Bossi ai sindaci che si lamentano della manovra di Tremonti, e finisce con l’attacco al Sud del ministro Calderoli.
Sulla Finanziaria qualcosa può essere cambiato.
Ma la base va bene. «La Finanziaria va bene – dice il leader della Lega Umberto Bossi – c’è il patto di stabilità, e quello lo abbiamo scritto noi, io e Calderoli. Tremonti è bravo, si fa aiutare». Il ministro taglia corto sulle polemiche dei sindaci contro la manovra appena approvata. Tra chi si dice poco contento ci sono anche i suoi sindaci, i borgomastri del Carroccio che, sebbene meno polemicamente degli altri, hanno fatto notare che il testo penalizza gli enti locali. Non secondo Bossi. «C’è sempre la possibilità di un maxi emendamento per mettere a posto alcune cose – dice il Senatùr – ma la Finanziaria va bene. Adesso, con il sì delle Regioni al federalismo, si potranno anche avere i soldi per i comuni». Insomma, una bacchettata a chi dice che non va bene. «Il riconoscimento della virtuosità è una cosa fondamentale – dice il senatore Fabio Rizzi, sindaco di Besozzo, che accoglie il Senatùr al suo arrivo, alle 19.30 – i comuni come i nostri che hanno un rapporto di dipendenti comunali di 1 ogni 300 cittadini, rispetto alla media nazionale di 1 ogni 130, avranno molti vantaggi».
Dopo il Senatùr, è la volta di Calderoli. «Stare con Berlusconi è un percorso obbligato – dice – perché se no rischiamo di finire come la Grecia. Dobbiamo turarci il naso e andare avanti. Cercando di portare a casa il cambiamento, perché se non portiamo a casa qualcosa questa volta, il Nord se ne va». Oltre a questo, Calderoli conferma anche altre prese di distanza dalla politica di Berlusconi: «Sulla missione in Libia, che ha comportato l’invasione di extracomunitari, abbiamo sempre mantenuto una posizione critica. Abbiamo approvato il taglio di 200 milioni per le missioni. Ed i primi mille ragazzi, impegnati sul fronte, torneranno a casa, a difendere la loro terra». E poi il mantra: «I Ministeri al Nord non li hanno capiti. A casa nostra non capiscono le risorse ed i posti di lavoro che girano attorno ai Ministeri. E poi c’è anche l’aspetto della testa: non è possibile che tutto venga deciso dai romani». E l’affondo: «Facciamo scrivere il patto di stabilità per i comuni virtuosi dai romani? Che di virtuoso non hanno niente?».
E sul patto di stabilità: «I tagli vanno fatti, ma non è giusto che si facciano in modo uguale per tutti. Finalmente abbiamo introdotto il concetto di virtuosità. E così vedremo anche chi è virtuoso o meno a casa nostra. Perché, purtroppo, qualche terùn ce l’abbiamo anche noi».
Marco Tavazzi
s.bartolini
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