Alimentazione e sport fanno bene al cuore

Gli Ospedali Riuniti aderiscono anche quest’anno, per la settima volta consecutiva, alla campagna nazionale «Yes, I do», promossa in tutta Italia dalla Fondazione Per il Tuo Cuore e dalla Società Italiana dei Cardiologi Ospedalieri nella settimana di San Valentino, per sottolineare l’importanza di mantenere il proprio cuore in forma, prevenendo così gravi malattie cardiovascolari.

Anche quest’anno gli Ospedali Riuniti hanno deciso di coinvolgere i bambini della scuola materna Santa Chiara, a pochi passi dall’ospedale, con l’obiettivo di far comprendere loro l’importanza dell’alimentazione e dell’attività fisica in uno stile di vita sano. Sono stati organizzati due incontri, tenuti dalla cardiologa Roberta Rossini, al termine dei quali gli alunni si sono recati in un supermercato per una «spesa salvacuore». Qui sono passati attraverso le mille tentazioni di merendine e dolciumi, che trovano immancabilmente spazio nelle zone medio-basse degli scaffali, a portata di bambino, che li può vedere e afferrare con facilità.

«Anche quest’anno abbiamo scelto di rivolgerci ai bambini, perché è importante che fin da piccoli imparino le regole di base per una sana alimentazione. Bisogna far loro capire che non tutti gli alimenti sono uguali, che esistono cibi sani e altri meno, che vanno introdotti nel proprio corpo in quantità e proporzioni diverse – ha spiegato Roberta Rossini -. È una sfida difficile, perché i nostri figli oggi sono assediati da campagne pubblicitarie e strategie di marketing che puntano a promuovere in modo massiccio i dolci e i cibi ricchi di grassi, a discapito di frutta e verdura, che invece dovrebbero essere alla base della nostra dieta. In altre parole nella comunicazione, specialmente televisiva, si applica la piramide alimentare al contrario».

Si stima che nel mondo vengano trasmessi ogni ora 40 spot televisivi dedicati al cibo, in cui per ogni dollaro speso per promuovere alimenti sani, se ne spendono 500 per il cosiddetto cibo spazzatura. Se si considera che il 20% degli spot è rivolto ai bambini e che il 69% di loro compra ciò che viene reclamizzato, si capisce come le dinamiche del marketing alimentare incidano pesantemente sulla salute dei più piccoli, gravemente a rischio proprio a causa del sovrappeso.

«La situazione è drammatica sia in Europa che negli Stati Uniti e sta progressivamente peggiorando con 400 mila obesi in più all’anno solo nel vecchio continente – sottolinea Antonello Gavazzi, primario del reparto di Cardiologia degli Ospedali Riuniti -. Il 24% dei bambini tra i 6 e gli 11 anni è in sovrappeso e il 12% è obeso, con percentuali di incidenza dell’ipertensione che arrivano anche al 21% nella fascia di età tra i 15 e i 18 anni. Il colesterolo alto poi è già un problema per più di un bambino su 10. A Bergamo la situazione non è migliore, visto che stime recenti sostengono che l’11% dei bambini ha un peso superiore alla norma e quasi il 5% è obeso».

Un’alimentazione sana dovrebbe essere basata su piatti a base di cereali, pesce, legumi, frutta e verdura di stagione e pasta integrale. Dovrebbero invece essere limitato il consumo di proteine animali, causa di infiammazioni all’intestino, stitichezza e infezioni respiratorie, e di zuccheri, molto calorici, ma privi di elementi utili da un punto di vista nutrizionale e incapaci di dare senso di sazietà. A una dieta bilanciata andrebbe associata anche una costante attività fisica, intesa come filosofia di vita. Per tenersi in forma infatti è sufficiente muoversi il più possibile, limitando le comodità a cui la vita moderna ci ha abituati: fare le scale, ridurre l’uso della macchina, parcheggiare a una certa distanza dalla propria meta, camminare il più possibile e a passo svelto, riscoprendo il movimento nella vita di tutti i giorni Al termine degli incontri, i bambini sono stati chiamati ad elaborare i concetti che hanno imparato in disegni e lavori grafici, che saranno appesi sulle pareti degli ambulatori del Dipartimento Cardiovascolare degli Ospedali Riuniti.

fa.tinaglia

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