Damasco, 23 set. (TMNews) – Altri due civili, fra cui un manifestante, sono stati uccisi oggi dalle forze di sicurezza fedeli al regime del presidente Bashar al Assad nei pressi di Homs, nel centro del Paese. Lo ha denunciato l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), una organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani. Le due vittime sono state uccise in due località diverse a nord di Homs, teatro da diversi giorni di operazioni militari. “Un dimostrante è stato ucciso dalle forze di sicurezza che hanno aperto il fuoco su un corteo a Talbisseh, mentre un civile ha perso la vita e altri tre sono stati feriti da colpi di arma da fuoco mentre erano riuniti prima della preghiera del venerdì nel villaggio di al Zaafarana”, ha precisato l’organizzazione.
Intanto oggi l’Unione europea e la Svizzera hanno annunciato un ulteriore inasprimento delle rispettive sanzioni contro il regime di Assad. L’Ue ha vietato in particolare qualsiasi nuovo investimento nel settore petrolifero e ordinato di interrompere la fornitura di banconote e monete al Paese arabo.
Le nuove misure “sono state adottate” dai Ventisette, ha dichiarato una fonte diplomatica europea. Si prevede inoltre che sei società e due persone vengano aggiunte alla lista delle sanzioni europee che includono il congelamento degli asset siriani e il divieto di visto. Le nuove misure entreranno in vigore sabato.
Simili i provvedimenti adottati dalla Svizzera che ha vietato l’importazione, l’acquisto e il commercio del greggio e dei prodotti petroliferi siriani. “A fronte della repressione esercitata senza tregua contro la popolazione da parte delle forze di sicurezza siriane, il Consiglio federale (il governo elvetico) ha deciso di inasprire le sanzioni nei confronti della Siria”, hanno annunciato le autorità elvetiche.
Sempre oggi l’Alto commissariato dell’Onu per i
diritti umani ha denunciato ancora una volta “una repressione sempre più brutale da parte delle forze di sicurezza siriane contro i manifestanti”. L’organismo umanitario ha anche portato all’attenzione della comunità internazionale “gli attacchi mirati” contro militanti che vivono all’interno e fuori del Paese. Dall’inizio del movimento di protesta, la repressione in Siria ha causato più di 2.700 morti, secondo l’Onu.
Ihr/Fco
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