Renzo Bossi non era un militante “Perché la Lega lo ha candidato?”

VARESE (m.tav.) Renzo Bossi è diventato militante della Lega Nord di Gemonio. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che nel Carroccio esiste un rigido regolamento che, in teoria (come recita l’articolo 30 dello Statuto), impone che solo chi è iscritto al partito come militante possa candidarsi nelle liste della Lega. Insomma, il figlio del Capo, passato alla storia come il Trota, finora, ovvero a più di un anno dalla sua candidatura ed elezione in consiglio regionale,

era semplicemente un socio sostenitore. Nella rigida gerarchia leghista, chi si iscrive al partito lo fa come sostenitore, partecipa alle riunioni ma non ha diritto di voto nei congressi. Né tantomeno la possibilità di avere altri incarichi. Dopo un anno di vita di sezione, può fare la richiesta di militanza, che viene prima approvata o respinta dal direttivo di sezione, per poi approdare a quello provinciale. Un percorso che ha fatto tranquillamente il secondogenito Roberto Bossi, il quale milita da tempo nell’area del Medio Verbano e della Valcuvia.

Al contrario, il primogenito, investito anche degli onori dello scranno lombardo, ha fatto la richiesta di militanza (ovviamente accettata) solo in queste ultime settimane. Nella Lega nessuno grida ufficialmente allo scandalo. «Ha sempre lavorato ed è stato attivo, non conta nient’altro» dicono da Gemonio.

Chi invece storce il naso lo fa mostrando lo statuto. Dove, all’articolo 30, si spiega la differenza tra sostenitori e militanti. «I militanti – si legge – hanno il dovere di partecipare attivamente alla vita associativa del Movimento e di rispettare il codice comportamentale approvato dal Consiglio Federale. Essi godono del diritto di parola, di voto e di elettorato attivo e passivo, secondo le norme previste dal presente Statuto e dai regolamenti». Al contrario i soci sostenitori «non vantano alcun diritto di voto, né diritto elettorale interno al Movimento – si legge – né il dovere di partecipazione alla sua vita attiva. Essi sono iscritti nell’apposito libro tenuto dal Segretario Provinciale e possono essere depennati, con deliberazione inappellabile del Consiglio Direttivo Provinciale, con perdita della qualifica e del diritto di una nuova iscrizione al Movimento».

e.marletta

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