Sumirago – «L’auspicio è che vengano ritrovati presto non solo mio padre Vittorio, la sua compagna Maurizia e i loro amici ma anche gli altri turisti italiani scomparsi negli anni passati sulla stessa rotta». Ha sensibilità e cuore grande Ottavio Missoni. Il figlio di Vittorio, scomparso in Venezuela mentre si trovava a bordo di un aereo turistico insieme alla compagna Maurizia Castiglioni e a una coppia di loro amici bresciani, nonostante l’ansia e l’apprensione del momento non ha certo dimenticato gli otto turisti italiani dispersi dal 2008.
Un episodio legato da inquietanti coincidenze del destino con quello che vede protagonista uno degli eredi degli stilisti Ottavio e Rosita Missoni. Era il 4 gennaio, proprio come quest’anno. Era Los Roques, erano su un velivolo che percorreva la stessa tratta e che, come quello dei Missoni, è sparito dai radar senza un motivo. E non è mai stato ritrovato.
La vicenda di quelle otto persone era finita per diverse, troppe volte nel dimenticatoio. Ora, forse, grazie anche alla forza di un nome che nel mondo ha un incredibile richiamo, si ritorna a parlarne. E lo fa anche il giovane Missoni, che pur con l’angoscia nel cuore per la sorte del papà, non dimenticato quella misteriosa scomparsa e soprattutto il destino di quelle persone, tra cui un’intera famiglia con due bimbe piccole. Un altro giallo, un’altra storia, lo stesso dolore che sta accomunando famiglie che neppure si conoscono. Ma l’apprensione è identica e il nipote del grande Ottavio Missoni ne è consapevole.
«Le ricerche non si devono fermare – insiste Ottavio junior – Se questo caso ha riaperto anche quello del 2008 posso dirmi in un certo senso contento. I riflettori non si devono spegnere, nè su questo caso nè su quello di cinque anni fa».
Nello stile della famiglia, anche il giovane Ottavio dimostra attenzione e sensibilità per altre famiglie che in questo momento stanno affrontando le stesse inquietudini. Ottimismo e speranza, nonostante tutto, restano vivissimi: «Fino a quando – aggiunge il ragazzo – non sarà trovato qualcosa dell’aereo noi continuiamo ad avere speranze di ritrovarli. Io sono convinto che siano vivi, che l’aereo non sia precipitato: troppe circostanze mi fanno pensare che non sia successo. In quella zona partono aerei in continuazione, è impossibile che nessuno li abbia visti cadere. Per questo io aspetto a casa papà e Maurizia».
L’altra ipotesi, quella di un eventuale dirottamento da parte dei narcos, Ottavio jr non la vuole neppure nominare. Il giovane Missoni è rimasto profondamente colpito dalla vicinanza che tantissime persone hanno manifestato alla sua famiglia in questi giorni: «Ho ricevuto – racconta – tantissimi messaggi positivi, ottimisti che mi hanno dato una grande forza. Una carica positiva. Volevo ringraziare tutte le persone che hanno manifestato vicinanza».
«Mio papà è esattamente come è stato descritto dalle persone che lo conoscono – prosegue Ottavio – Era la prima volta che andava a Los Roques. Ci è andato per pescare, per il mare. Ci siamo sentiti al telefono, per messaggio e mi diceva che si stava divertendo e che era molto bello». Poi la salita a bordo dell’aereo e la scomparsa. A Sumirago, un paese in apprensione, ora si attendono con impazienza novità. E che stavolta siano finalmente confortanti.
p.rossetti
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