VARESE «Ho 37 anni e sono vecchia per il mondo del lavoro». Queste le parole di Giulia Piovani, laureata in cerca di lavoro.
Quella di Giulia è una storia comune a molte donne: single e senza figli, ha trascorso gli ultimi anni a rimbalzare da un lavoretto precario all’altro. Ora, dopo il fallimento dell’azienda per la quale lavorava sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro. Una “mission impossible”.
Nell’ambiente lavorativo, e soprattutto nella ricerca di un nuovo lavoro,
l’età è una discriminante molto forte. «Non importa le competenze acquisite in passato» commenta Giulia.
A 37 anni una persona è troppo vecchia per rientrare nella categoria dei giovani precari o senza lavoro e partecipare a bandi, concorsi etc. riservati ai giovani. «Però è troppo giovane per ambire a un lavoro ben pagato. Troppo vecchio per poter ricominciare dal basso e utilizzare gli incentivi per le categorie protette. Troppo giovane per potersi considerare esperto. Insomma una sfigata e basta: sono troppo vecchia persino per fare la cassiera o la commessa».
L’età non è l’unico ostacolo che una donna incontra nella ricerca di un’occupazione: anche il sesso è spesso tirato in causa dai potenziali futuri datori di lavoro. «In diverse occasioni – continua la donna – durante il colloquio, mi sono sentita dire: “sa, siamo sempre un po’ scettici nell’assumere donne perché poi si mettono in maternità: lei ha intenzione di avere figli?”».
«Trattenersi dall’essere scurrile, vi assicuro, non è cosa da poco: soprattutto, se hai biosgno di quel lavoro». Ora Giulia ha da poco fatto un colloquio di lavoro in Svizzera e è in attesa di una risposta che dovrebbe arrivare nei prossimi giorn. «Il colloquio è andato bene: voglio essere positiva. Oltrettutto mi hanno anticipato che lo stipendio dovrebbe aggirarsi intorno ai duemila euro e il loro commento è stato: “sappiamo che non è molto”, forse non hanno idea di cosa si prende in Italia facendo lavoro di segretariato. Speriamo che questo 2013 inizi al meglio: ho solo bisogno che mi diano la possibilità di partire, non li deluderei».
Ma non tutte le donne sono come Giulia, c’è anche chi dopo anni di ricerca si è rassegnata. Come nel caso di Raffaella Albini, altra varesina di 48 anni. Raffaella in passato si è occupata di contabilità. Poi è diventata mamma e, separatasi dal marito, si è dedicata per diversi anni alla casa e alla crescita del figlio.
Una volta che il figlio è diventato adolescente, Raffaella ha provato a cercarsi un lavoro. «Non avevo particolari richieste – spiega – andava bene qualunque cosa: dal lavoro di segreteria, alle pulizie domestiche, alla badante». Le uniche proposte pervenute erano quelle di svolgere lavoretti in nero.
Dopo sei anni di ricerca, Raffaella è giunta alla conclusione che le cose per lei non sono destinate a cambiare. «Faccio fatica ad arrivare a fine mese con quello che mi passa il mio ex marito, ci pago a male pena l’affitto» spiega.
s.bartolini
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