Lampedusa, 23 set. (TMNews) – L’auto dell’amministratore delegato di “Lampedusa Accoglienza”, Cono Galipò, è stata data alle fiamme la notte scorsa a Lampedusa. La vettura, una Ford Fusion grigia, era posteggiata di fronte ad un albergo a poca distanza dal molo Favaloro, teatro in questi mesi di decine di sbarchi di immigrati. “Era l’auto che usavamo io e il direttore dell’azienda – ha detto Galipò -. Non aveva particolari segni di riconoscimento, ma tutti sapevano che era quella nostra. Mi lascia molto perplesso il fatto che in questo posto, dove ci sono peraltro parecchie forze dell’ordine, un’auto possa venire bruciata. Invece in un altro parcheggio isolato, dove abbiamo tutti i pullman, fortunatamente non è successo niente”.
Sulla matrice del gesto, l’amministratore della cooperativa che si occupa di gestire l’accoglienza degli immigrati a Lampedusa, non riesce ad immaginare una spiegazione: “Nonostante ci fosse molta tensione in giro – ha detto -, nessuno mi aveva avvicinato, nè detto qualcosa, nè rivolto minacce verbali. Abbiamo sempre avuto un buonissimo rapporto con il popolo di Lampedusa e ci è stato sempre riconosciuto un ruolo importantissimo, riuscendo ad essere anche nei momenti più difficili accanto agli isolani. Facendo a volte anche cose che non ci competevano”. Sull’episodio indagano i carabinieri.
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