VARESE Si allarga il numero degli imprenditori varesini perseguitati da Equitalia: «Tra le altre cose – tuona infatti Fiorella Camplani, titolare con il marito della ditta Cartotecnica Punto Tre snc di Gavirate – Ci hanno chiesto il pagamento di 66 mila euro per averci mandato delle raccomandate».
E anche la Cartotecnica ha denunciato Equitalia per usura ed estorsione sposando l’azione intrapresa da un’altra azienda varesina, “Le vigne d’Italia srl”, e patrocinata dall’associazione Federitalia antiusura presieduta da Wallì
Bonvicini.
«L’ironia della sorta è che noi abbiamo pagato Equitalia – racconta Camplani – Ci hanno chiesto una cifra spropositata, un milione di euro, della quale noi abbiamo versato in tre tranche la quasi totalità: ad Equitalia abbiamo pagato ad oggi 766 mila euro».
Poi lo stop a causa della continua notifica di cartelle a carico dell’azienda: «A quel punto Equitalia ha messo in atto un pignoramento a nostro parere illegittimo contro il quale abbiamo già preso provvedimenti – continua Camplani – Ci hanno pignorato non merce da mettere all’asta, ma le fatture emesse a carico dei nostri clienti. In sintesi Equitalia ha comunicato ai nostri clienti che gli importi di quelle fatture dovevano essere versati non a noi ma all’agenzia. Facendo questo ci hanno privato della possibilità di lavorare».
E questo per un ammontare di ulteriori 140 mila euro. «Di più – racconta la titolare dell’azienda di Gavirate, che dà lavoro a undici persone – Hanno inviato ai nostri clienti, ai fornitori, tutta la storia del nostro contenzioso con loro allegando importi, cartelle, ogni dettaglio. Mi chiedo quanto valga a questo punto la legge sulla privacy in Italia».
Camplani non intende arrendersi: «Siamo un’azienda artigianale che realizza decori e grafici su scatole assemblate manualmente, non abbiamo macchinari – racconta la titolare – Lavoriamo in un settore di nicchia e diamo lavoro; perché dobbiamo chinare la testa e accettare di continuare ad essere vessati? I consulenti di Federitalia ci hanno spiegato che, essendo la nostra azienda una snc intestata a me e mio marito, Euqitalia è arrivata ad emettere tre cartelle: una a nome mio, una a nome di mio marito, una a nome della ditta. Secondo loro avremmo dovuto pagare il triplo».
Bonvicini spiega: «Sono decine gli imprenditori in tutta Italia che vivono questa situazione. Piccole e medie imprese stritolate da fatti analoghi; posti di lavoro a rischio, gioielli dell’imprenditoria che rischiano di scomparire».
Che fare? «Scendere in piazza – dice Camplani – Io sono pronta non soltanto per me anche e soprattutto per i miei dipendenti». A Varese l’appuntamento è per il 15 gennaio alle 9 in via Macchi dove ha sede “Le vigne d’Italia srl”, azienda vinicola varesina gestita dalla famiglia Bottinelli che si è vista pignorare la maggior parte delle bottiglie di pregio da Equitalia: «Noi vogliamo soltanto ripristinare un principio di correttezza con Equitalia – dice Giuseppe Bottinelli – A fronte di una denuncia per usura ed estorsione nei confronti dell’ente speriamo che Equitalia voglia desistere dal proseguire sulla strada del pignoramento e della messa all’asta. Ripristinare un principio di correttezza significa che loro devono rivedere i parametri di conteggio del dovuto che sono evidentemente sbagliati».
Il servizio completo e tutti gli approfondimenti sul giornale in edicola giovedì 10 gennaio
s.bartolini
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