La crisi arriva anche in Svizzera Stabio, a rischio 60 posti di lavoro

Cantello – Frontalierato in crescita ma non per questo immune alle crisi del mondo del lavoro ticinese. Ne sanno qualcosa i dipendenti della Fiamm Sonick di Stabio, azienda che produce batterie per veicoli elettrici proprio a pochi passi dal confine. Stando a quanto dichiarato dai sindacati, infatti, si profila all’orizzonte  il licenziamento per una sessantina di addetti, la maggior parte dei quali frontalieri.

Da gennaio ad agosto 2012 l’azienda aveva introdotto la disoccupazione parziale nella speranza di superare il difficile momento congiunturale. Ma evidentemente la misura non è bastata. Troppo grande la crisi, causata dallo scarso interesse del mercato per alcuni prodotti innovativi sviluppati proprio a Stabio, che avrebbero dovuto risollevare le sorti del polo produttivo di confine, e dal tasso di cambio franco-euro sfavorevole. Così l’azienda che ha il suo quartier generale nel Vicentino ha comunicato ai sindacati la sua decisione di ristrutturare il proprio organico di dipendenti lasciando a casa una sessantina di addetti sui 200 totali impiegati nella sede elvetica. 180 dei quali rappresentati proprio da frontalieri che sono il 90% delle  forza lavoro. Nei prossimi giorni i vertici dell’ azienda incontreranno le parti sociali nel tentativo di trovare un accordo sulla mobilità.

La procedura di consultazione però dovrà fare i conti con pochissimi spiragli per contenere il numero dei licenziamenti. Anche per questo i sindacati ticinesi, al momento, non si sbilanciano. Aspettando di conoscere ufficialmente il dettaglio della ristrutturazione che verrà loro comunicato dall’azienda nei prossimi giorni. Questa crisi segue di pochi giorni l’altro allarme occupazionale risuonato alla Turbomach di Riazzino, altra azienda ad alto tasso di frontalieri, attiva nella produzione di impianti energetici, che ha annunciato un piano di ristrutturazione.

Piano che prevede la soppressione di circa il 10% dei posti di lavoro. In buona sostanza, dall’azienda che occupa 450 persone, dovrebbero uscire 45 dipendenti, molti dei quali frontalieri provenienti dalla zona del Luinese, già provata dalla crisi. Anche in questo caso a pesare sulle difficoltà sono state le condizioni negative di mercato e il tasso sfavorevole di cambio con l’euro e il dollaro che ha eroso da un lato il margine di guadagni e dall’altro ha reso meno competitiva l’azienda.  Si spera così che le nuove imprese in procinto di insediarsi a Stabio riequilibrino il mercato del frontalierato.

p.rossetti

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