Lampedusa, 23 set. (TMNews) – Mentre il cielo di Lampedusa si illuminava a giorno grazie agli straordinari giochi d’artificio sparati dal molo antistante la stazione marittima, per celebrare la chiusura della festa della patrona, sull’isola ieri sera erano rimasti ormai gli ultimi immigrati tunisini in attesa di trasferimento. Sono andati avanti tutto il giorno, infatti, le operazioni di evacuazione della maggiore delle Pelagie, dei circa cinquecento, degli oltre mille iniziali, extracomunitari tunisini che nei giorni scorsi avevano dato vita ad una violenta rivolta, sfociata nell’incendio di una vasta area del cie di contrada Imbriacola, e negli scontri con le forze dell’ordine e gli isolani.
I C-130 messi a disposizione dalla Aeronautica militare hanno fatto avanti e indietro dall’aeroporto di Palermo, per garantire l’attuazione del cronoprogramma che, come sottolineato dal questore di Agrigento Giuseppe Bisogno, prevedeva lo svuotamento dell’isola entro 48 ore. Il governo italiano ha messo a disposizione due navi, della flotta Grandi Navi Veloci, attualmente ormeggiate al porto di Palermo, dove i tunisini sono stati sistemati in attesa dell’avvio dei rimpatri. In mattinata, invece, altri 100 tunisini erano stati rimpatriati a Tunisi.
Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, ieri ha ringraziato il governo per l’avvio in temi rapidi della macchina dei trasferimenti, auspicando che la dichiarazione dell’isola come “porto non sicuro”, e il conseguente dirottamento a Porto Empedocle dei barconi intercettati nel Canale di Sicilia, possa alleggerire ulteriormente la tensione sulla maggiore delle Pelagie. E proprio nel pomeriggio un’imbarcazione con a bordo una sessantina di extracomunitari tunisini è stata avvistata a 30 miglia a Sud di Lampedusa. Gli immigrati, dopo essere stati trasbordati sulla motovedetta della Guardia di finanza partita in suo soccorso, hanno fatto rotta verso Porto Empedocle.
Intanto la solidarietà ai cittadini dell’isola è giunta dai turisti che in questa fase conclusiva della stagione estiva affollano ancora l’isola. I turisti, per lo più provenienti dal nord Italia, hanno definito “legittima” la reazione degli isolani, giunti allo scontro con gli immigrati perché esasperati da mesi di “convivenza forzata”.
Sul fronte delle indagini sugli scontri verificatisi al Cie martedì scorso, infine, la Procura di Agrigento ha eseguito l’arresto dei quattro tunisini considerati tra i fomentatori della rivolta; e fermato altri sette magherbini, quattro presunti scafisti e tre immigrati già precedentemente espulsi dall’Italia.
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