Berlino, 23 set. (TMNews) – Evita le polemiche, ma non schiva i problemi, Benedetto XVI. E’ il suo terzo viaggio in patria, ma la prima volta che tocca Berlino, la capitale da cui in precedenza si era tenuto alla larga. La città è laica e indifferente alla visita. I cattolici sono meno del dieci per cento e anche le manifestazioni di protesta – gay, movimenti di sinistra – non raccolgono molte migliaia di persone. E, sebbene il Papa-teologo non ami la politica (“Non sono venuto qui per perseguire determinati obiettivi politici o economici, ma per incontrare la gente e parlare di Dio”), non può fare a meno di trascorrere nella capitale tedesca una giornata molto politica.
Il clou della giornata berlinese del Papa bavarese è stata la visita al Bundestag. E’ una prima storica. Mai al Parlamento tedesco aveva parlato un romano Pontefice e mai Benedetto XVI, a differenza di Wojtyla, si era rivolto ad un parlamento nazionale. A sorpresa, elogia il movimento ecologista, tradizionalmente a sinistra dello schieramento. Nell’emiciclo l’angolo sinistro è decimato dalle diserzioni dei parlamentari che non apprezzano la presenza di un Papa in parlamento, tra questi anche qualche esponente dei Verdi.
Ma per Benedetto XVI la comparsa del movimento ecologico è “un grido che anela all’aria fresca” che “non si può ignorare né accantonare”.
Nel pomeriggio il Papa ha incontrato anche una delegazione della comunità ebraica. Parla con franchezza del nazismo (“L”onnipotente’ Adolf Hitler era un idolo pagano, che voleva porsi come sostituto del Dio biblico, Creatore e Padre di tutti gli uomini”), ricorda il documento conciliare Nostra aetate ed elogia il rapporto ebraico-cristiano. Altrettanto franco il leader degli ebrei tedeschi, Dieter Graumann, che critica apertamente alcune decisioni di Ratzinger come il ritiro della scomunica dei Lefebvbriani, la beatificazione di Pio XII e la preghiera per la ‘conversione’ degli ebrei riammessa nel culto antico.
Ska
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