Ci è costata più di un miliardo «Ma la carta regionale è un flop»

VARESE «La vita è una carta meravigliosa» recitava undici anni fa lo slogan con cui il Pirellone ha lanciato la Carta regionale dei servizi (Crs), che sino ad oggi è costata alle tasche dei contribuenti lombardi un miliardo e 532 milioni di euro, ma solo il 2% dei cittadini la utilizza davvero.
Questi i dati alla base della protesta lanciata dal consigliere regionale Alessandro Alfieri che ieri ha preso posizione contro i costi eccessivi della carta (232 milioni di euro spesi nel 2011 e altri 150 milioni di euro sono previsti come canone minimo nel 2012),

e chiede alla Regione di cambiare sistema e renderlo più fruibile.
Come? «Tanto per cominciare spedendo il pin personale direttamente a casa di ogni cittadino, così come avviene per le carte bancarie, in modo da eliminare code agli sportelli delle Asl con lavoratori costretti a chiedere un giorno di ferie per ottenere il codice».
In secondo luogo il consigliere del Pd chiede di eliminare l’uso del lettore di Crs da collegare al computer, oggi indispensabile per accedere ai servizi online. Proprio su questo fronte sono da prendere a modello le sperimentazioni avviate dagli ospedali di Varese e Vimercate che consentono agli utenti l’accesso ai propri dati senza lettore, semplicemente digitando il codice pin abbinato alla Crs.
«La Regione ha acquistato 600 mila lettori da Lombardia Informatica, la compagnia che gestisce Crs – ricorda Alfieri – di questi ne sono stati distribuiti poco più di 400 mila, ma solo la metà viene effettivamente utilizzata».
Anzi anche di meno, considerando che a marzo 2012 gli utenti attivi erano 191.822 su oltre nove milioni di residenti lombardi, vale a dire il 2,1% della popolazione. I dati non sono incoraggianti neppure per il rilascio del Pin: solo un milione e mezzo di lombardi lo ha ritirato (il 15,2% degli aventi diritto) e se in provincia di Varese il dato è migliore (222 mila pin ritirati su 827 mila carte distribuite, pari al 26,8%) lo si deve solo all’utilizzo della Crs come carta sconto benzina.
«Ma per tutti gli altri servizi online come consultare il fascicolo sanitario elettronico personale, i referti di visite specialistiche o esami di laboratorio, la scelta del medico oppure verificare le esenzioni da reddito, l’accesso rimane in linea con la media regionale, attorno al 2%», spiega Alfieri. Piccata la risposta dell’assessore regionale alla semplificazione e digitalizzazione Carlo Maccari che a breve giro di posta ha difeso la Crs come «un sistema avanzatissimo e sempre più utilizzato».
«Abbiamo costruito un’infrastruttura paragonabile a un’autostrada ultramoderna, che sarà in grado di sopportare un traffico sempre crescente di servizi informatizzati, riducendo tempi d’attesa e spese per i cittadini», ha detto l’assessore ricordando i nuovi progetti di Crs legati ai trasporti e ai servizi scolastici di comunicazione tra insegnanti e genitori.

s.bartolini

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