Parma, 30 set. (TMNews) – Ancora guai per il Comune di Parma. Dopo gli arresti di diversi dirigenti pubblici per le tangenti legate alla gestione dei parchi pubblici e per le mense scolastiche, vicende che hanno convinto il sindaco Pietro Vignali a rassegnare le dimissioni mercoledì, il procuratore capo Gerardo Laguardia ha chiesto il sequestro preventivo dell’ospedale Vecchio ed ha iscritto nel registro degli indagati 11 tra assessori in carica ed ex, oltre ad un dirigente del Comune e a 2 imprenditori.
In attesa del commissario prefettizio, che dovrebbe arrivare a Parma tra una ventina di giorni, l’amministrazione comunale – o quello che ne rimane – assieme ai ‘buchi’ di bilancio lasciati in eredità, si trova a dover affrontare un altro passaggio giudiziario pesante. Tra gli indagati nella nuova inchiesta sulla ristrutturazione dell’ospedale Vecchio (un monumento storico per la città emiliana) compare Paolo Pizzarotti e l’amministratore delegato della sua società edile Aldo Buttini, oltre all’ingegnere del Comune Giampaolo Monteverdi.
Sono in tutto quattordici le persone coinvolte; quasi tutta la giunta del Comune ad esclusione del sindaco Vignali e del delagato alla Scuola Giovanni Paolo Bernini (arrestato lunedì scorso per l’inchiesta ‘easy money’): il vicesindaco Paolo Buzzi, l’assessore ai Lavori pubblici Giorgio Aiello, quello al Bilancio Gianluca Broglia, Davide Mora alla Viabilità, Fabio Fecci alla Sicurezza e Paolo Zoni al Commercio; l’assessore al Welfare Lorenzo Lasagna, all’Ambiente Cristina Sassi, all’Urbanistica Francesco Manfredi, alla Cultura Luca Sommi e al Patrimonio immobiliare Giuseppe Pellacini, quest’ultimi già dimissionari.
L’accusa della Procura è “abuso d’ufficio e violazione della normativa sugli immobili di interesse storico”. Come spiega il procuratore, i politici avrebbero favorito la ditta Pizzarotti nell’aggiudicazione dei lavori.
Pat
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