VARESE Non esprime solidarietà solo a parole. Ma è pronta a saltare in auto e a scendere tra Mantova e l’Emilia a dare una mano.
Sandy Cane è una sindaca “guerriera”, a cui non piace stare con le mani in mano. E oggi si incontrerà con il nucleo della Protezione civile del suo Comune, Viggiù, per vagliare la possibilità di partire per le zone terremotate a portare assistenza e generi di prima necessità.
«Ho
scritto la mia intenzione su Facebook, lanciando la proposta che i sindaci si recassero il 2 giugno nelle zone terremotate – spiega – A parte qualche amico che mi ha risposto entusiasta, non ho avuto contatti da altri colleghi amministratori. Un silenzio che mi dà un po’ fastidio, ma alla fine Facebook non è uno strumento che raggiunge tutti».
L’appello lo lancia quindi attraverso questo articolo. «Io domani (oggi, ndr) mi incontro con la protezione civile di Viggiù. Se riusciamo a organizzare, scendiamo. Chi vuole seguirci, ci contatti». Molti sindaci leghisti saranno al congresso della Lega Lombarda e del Veneto il 2 giugno, forse per questo non hanno risposto all’appello di Sandy Cane.
«A me del congresso non frega niente. Quando ci sono tragedie come questa e la gente soffre, tutto il resto non conta». Sandy Cane sottolinea però come, da parte delle autorità centrali, ci sia molta confusione.
«Se noi come piccolo Comune periferico vogliamo dare il nostro contributo – accusa – dobbiamo essere informati sui generi alimentari o su altri materiali di cui i terremotati necessitano. Invece manca un preciso coordinamento. Io posso partire da Varese con riserve d’acqua, ma se poi quella viene già portata e invece servivano altre cose, come vestiti?».E ricorda: «Non è stata colpita solo l’Emilia, ma anche la bassa Mantovana. Conosco alcuni sindaci della loro provincia, purtroppo non sono ancora riuscita a mettermi in contatto con loro».
Un altro varesino è stato invece testimone quasi diretto della tragedia. Proprio martedì, quando si sono registrate le due scosse violente alle 9 e poi poco prima delle 13, il dirigente provinciale del Pd Emiliano Cacioppo era a Carpi, in provincia di Modena, uno dei Comuni più colpiti dal sisma. «L’azienda per la quale lavoro ha la sede principale a Carpi – racconta Cacioppo – e martedì mattina avevamo una riunione. Sono arrivato alle 9.30, quando la prima scossa si era già verificata».
Cacioppo racconta di come la popolazione emiliana non si sia fatta scoraggiare: «Stiamo parlando di persone che stanno vivendo un dramma personale senza paragoni ma non sono capaci di arrendersi. Fin dai minuti dopo il sisma si stavano già rimboccando le maniche. La riunione l’abbiamo iniziata ma subito dopo interrotta, perché l’edificio è stato evacuato per sicurezza. Ma si erano presentati alcuni miei colleghi che la notte avevano dormito in tenda».
s.bartolini
© riproduzione riservata