CUGLIATE FABIASCO – «Discussioni? Sì, ne abbiamo avute. Come ogni coppia». Maltrattamenti e abusi sessuali? «In nessun caso. Non è mai accaduto». Rigetta ogni accusa il consorte accusato dalla moglie di averla picchiata e costretta a rapporti sessuali non desiderati con la minaccia di «fare uno scandalo in Paese» per 15 anni, esattamente la metà della durata del matrimonio tra i due.
L’uomo fu denunciato dalla compagna di una vita nel novembre 2010. I carabinieri di Marchirolo lo arrestarono su ordinanza del gip Giuseppe Fazio, richiesta dal pubblico ministero Massimo Politi, il primo febbraio 2011. Oggi, incalzato in aula dal pubblico ministero Agostino Abate, l’uomo ha negato. Con la moglie litigava ma non le usò mai violenza. E perché si arrabbiava con lei? «Non avevo mai camice stirate e spesso tornavo a casa dal lavoro alle 7 di sera e non trovavo nulla di pronto da mangiare», ha spiegato. E ha aggiunto di non sapere perché la moglie «mi ha denunciato per cose che non ho fatto – ha raccontato – E’ malata e a un certo punto se ne è andata di casa, da sua sorella. Non ho mai saputo il perché».
La donna soffre di un disturbo bipolare ed è in cura da una psicoterapeuta da tempo. Dopo la fuga il marito la contattò: «Le dissi di tornare che noi avevamo bisogno». Pare un quadro d’altri tempi quello dipinto in aula questa mattina; la psicoterapeuta della donna, sentita a sua volta, ha confermato di aver visto in un’occasione la paziente con una ferita alla testa: «Mi disse di aver sbattuto contro uno spigolo. Certo è una delle scuse più comuni che le donne maltrattate usano».
A discarico del marito mancano invece referti medici che attestino le presunte percosse subite dalla donna per anni. «Le ho sempre voluto bene – ha chiuso l’imputato – Per anni ho sopportato che sparisse, che vagasse chissà dove con la macchina invece di badare alla famiglia». La donna ha anche accusato il marito di essere un’alcolista, che il bere ne avrebbe acceso la carica violenta, che almeno in un’occasione l’avrebbe malmenata utilizzando l’attrezzo usato per pulire il camino.
Accusa che l’uomo rigetta: «Non sono un’alcolista – ha detto – E non so, non capisco perché mia moglie mi abbia accusato di queste cose». La donna questa mattina avrebbe anche avuto un mancamento mentre si trovava fuori dall’aula. Per contro l’avvocato difensore dell’imputato, Pierpaolo Caso rammenta: «Il tribunale del Riesame ha scarcerato il mio assistito due ore dopo l’udienza non ravvisando nulla che potesse sostenere l’impianto accusatorio». Il 4 giugno la sentenza. S.Car.
b.melazzini
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