Berlino, 25 mag. (Apcom) – Si apre una settimana decisiva per il futuro di Opel. Oggi il governo tedesco torna infatti a discutere le offerte presentate per il marchio di Ruesselsheim. E non è escluso che possa già arrivare una decisione di massima a favore di uno dei potenziali investitori in corsa: Fiat, il fornitore austro-canadese Magna e il fondo statunitense Ripplewood. All’appuntamento il governo federale arriva però spaccato al suo interno, con i socialdemocratici che attaccano il ministro cristiano-sociale dell’Economia, Karl Theodor zu Guttenberg, colpevole di aver lanciato in campo l’ipotesi di un’insolvenza di Opel.
Zu Guttenberg ritiene le offerte giunte finora insufficienti. “Ci troviamo ora con tre offerte per l’acquisizione di Opel. Ma questo non significa che una di queste automaticamente e per forza abbia effetto”, ha affermato alla Bild am Sonntag il ministro, esponente della Csu (il partito cristiano-sociale bavarese, “gemello” della Cdu del cancelliere Angela Merkel).
Alla luce delle carenze manifestate dai progetti depositati fino a questo momento “un’insolvenza regolata sarebbe chiaramente la soluzione migliore, anch’essa potrebbe aprire delle possibilità per il futuro di Opel”,
ha spiegato zu Guttenberg. Parole che hanno irritato la Spd, alleata della Cdu/Csu nella Grande coalizione. “Consiglio a tutti di smetterla con le chiacchiere su un’insolvenza di Opel”, ha detto Steinmeier a Berlino. Una posizione ribadita dal capogruppo parlamentare della Spd, Peter Struck. “Parlare di un’insolvenza è avventato, si suggerisce in fondo che non si può più salvare l’azienda”, ha detto Struck in una trasmissione della tv pubblica Ard.
Stando alla Bild am Sonntag Merkel boccia l’offerta fatta da Magna, nel caso in cui continui a prevedere 2.200 esuberi all’impianto Opel di Bochum.
Il compagno di partito della cancelliera e governatore dell’Assia (il Land in cui ha sede Opel), Roland Koch, ha invece confermato la sua preferenza per il gruppo austro-canadese. Nessuno dei soggetti che hanno depositato un’offerta è stato escluso in via definitiva dalla corsa, ha spiegato Koch al quotidiano Handelsblatt. “C’è ancora una chance per tutti, ma abbiamo poco tempo: chi ha presentato l’offerta più plausibile ha adesso la precedenza ed è convinzione di tutti che si tratti al momento di Magna”, ha chiarito il governatore cristiano-democratico. Anche nel caso del “favorito” Magna, però, “ci sono ancora molte questioni aperte”, a cominciare dai tagli eccessivi allo stabilimento di Bochum (“che speriamo si possa risolvere”, ha detto).
Quanto a Fiat, “non riesco a riconoscere delle modifiche sostanziali” nel suo piano di Fiat, ha affermato Koch. “Chi lo sa oggi quanto vale Fiat?”, si è poi chiesto il governatore.
L’amministratore delegato del Lingotto, Segio Marchionne, però, rassicura: nel peggiore dei casi un’integrazione tra Opel con Fiat in una società comune senza debiti dovrebbe costare al massimo 2.000 esuberi. Verrebbero pertanto mantenuti almeno 23mila dei 25mila posti di lavoro del costruttore tedesco in Germania.
Cep
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