“Schiacciati dalle cambiali salvateci dagli strozzini”

SARONNO Ci sono storie, come questa, che ti fanno pensare chi rifiutava aiuti e sostegni statali agli istituti di credito, che chiedevano provvidenze senza però essere disposti a non concedere nulla a quegli imprenditori che, producendo, avrebbero potuto risollevare l’economia italiana. Storie come quella dei due titolari di un noto ristorante saronnese; due persone appassionate del loro lavoro che in quell’attività rilevata nel maggio 2008 credono fortissimamente, che in difficoltà economiche sono diventate preda degli avvoltoi, persone meglio note come usurai. Strozzini che, non si sa come fanno, sentono l’odore della difficoltà altrui.

«Qui si sono presentati in due – spiega la titolare del locale – Io devo pagare una cambiale da 4mila euro ogni mese altrimenti il vecchio proprietario si riprende tutto». Basta anche solo una rata saltata: e di rate saltate, in 3 anni e mezzo, non ce ne sono state. Oggi i due titolari sono in difficoltà perché il destino parrebbe essersi accanito e contro di loro. E come per magia «al ristorante si è presentato un tizio che mi ha detto: “Conosco

uno che questi 4mila euro te li presta” – raccontano i titolari – Ma entro una settimana ne devi restituire 6mila”. Noi non cediamo, abbiamo letto cosa significa oggi cadere in mano a queste persone, eppure nei momenti di maggiore disperazione la tentazione è grande». Perché? «Perché nell’acquisto di questo locale abbiamo investito sinora 280 mila euro – raccontano i titolari – Di questi centomila li abbiamo tirati fuori di nostro dando fondo a tutte le nostre risorse. Li abbiamo investiti per partire, perché credevamo nel progetto e abbiamo avuto ragione: il ristorante funziona. Certo con la crisi i conti non sono più quelli di una volta, ma abbiamo sempre clienti. Noi lavoriamo e l’attività può davvero decollare».

Ora dopo aver investito 280mila euro l’idea di saltare la prossima cambiale e perdere tutto è inaccettabile. Perché nel frattempo Enel Energia ha inviato una bolletta da 36mila euro ai titolari. «Parliamo di letture simulate risalenti al 2007 – spiegano i titolari – Quando noi non eravamo nemmeno qui. Di più: noi non abbiamo mai firmato un contratto con loro». Ora i due sono pronti a fare causa e a chiedere fior di danni. «Senza darci spiegazioni Enel Energia ci ha prima cambiato il contatore, poi ci ha staccato la corrente per una settimana – racconta la coppia – Il danno per noi è stato enorme. Mi hanno detto che c’erano 4 bollette in arretrato, ne ho pagate due e ci hanno ridato corrente. Ma quei 36mila euro non spettano a noi e rifiutiamo di pagarli».

Le banche, per contro, rifiutano ai ristoratori di alzare lo scoperto da 5mila a 10mila euro. «Parliamo di cifre ridicole per una banca», spiegano i due. «Ma per noi si tratterebbe del mezzo per non perdere tutto: la nostra attività, tutto il denaro investito, la nostra vita. Per questo la tentazione di cedere a chi poi ti strozzerà comunque a volte arriva; perché ci basterebbe un minuscolo aiutino per far decollare un’attività che funziona». Intanto la coppia ha già segnalato il tutto all’associazione S.O.S antiracket.

Simona Carnaghi

f.tonghini

© riproduzione riservata