Cairate Tra attualità e amarcord. Tra un no deciso all’intervento italiano in Libia e il ricordo della genesi leghista, quando Bossi diede l’input per l’apertura delle piccole sedi. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni non ha lesinato sulle parole domenica a Cairate per il taglio del nastro alla nuova sede padana. Accanto a lui il candidato sindaco della coalizione Lega Nord – Cristiani Popolari per Cairate, Paolo Mazzucchelli. «I tunisini sono clandestini, i libici invece profughi che fuggono da una guerra e quindi non possono essere respinti»
la prima distinzione precisa del capo del Viminale. Che poi ha analizzato: «La minaccia di Gheddafi non va ovviamente sottovalutata. Anche i servizi segreti non la stanno sottovalutando. In ogni caso «noi abbiamo intensificato le attività di controllo per evitare che succeda qualcosa».
Ma al di là delle grandi questioni su cui sono accesi i riflettori della politica nazionale, Maroni ha voluto focalizzare la sua attenzione anche sull’aspetto localericordando soprattutto l’amico Carlo Frigerio, al quale la sede è intitolata: «La sera in cui ebbe il tragico incidente era stato insieme con me e tanti altri per contribuire alla campagna elettorale nel 1996. Di lui – ha concluso il ministro – ricordo il grande entusiasmo, un grande esempio per tutti».
f.artina
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