ANGERA Allarme molluschi asiatici nel lago Maggiore. Tutta colpa di due specie forestiere che sembrano però trovarsi a loro agio nelle acque del Verbano. Al punto da diventare pericolose per l’ecosistema.
I nemici pubblici hanno nomi e cognomi. Si chiamano “Corbicula fluminea” e “Sinadonta woodiana”, provengono dall’Asia e sono note per essere tra le specie più invasive di più rapida e ampia diffusione a livello mondiale. Le hanno scoperte i ricercatori del Cnr di Pallanza con la collaborazione dell’associazione
sub di Verbania. «Ad Angera, dove sono stati riscontrati i numeri più elevati – chiarisce la dottoressa Nicoletta Riccardi, dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi – la loro concentrazione è impressionante: si parla di 2 mila unità per metro quadrato. A Feriolo di Baveno si sfiorano le 700. Ma sono state rilevate dense popolazioni in tutto il bacino meridionale del Verbano, sia nel lato Varesotto, sia in quello Piemontese, e persino nel Golfo Borromeo. E nelle ultime settimane, grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione sub verbanesi è stato possibile effettuare uno studio sulla loro presenza anche a maggiori profondità».
Questi organismi vivono nella sabbia. E gli attenti frequentatori del lago avranno probabilmente notato i segni della loro presenza. «La prima specie ha conchiglie dal colore giallino che da morte virano sul grigio; la seconda – proseguono i ricercatori – ha invece valve piuttosto grosse, anche di 15 centimetri e oltre». Da qui la necessità di proseguire gli studi. Anche per capire la portate delle ripercussioni sull’intero ecosistema del Maggiore.
L’insediamento delle due specie di molluschi può infatti avere, secondo gli esperti, «conseguenze sulla biodiversità e sulle attività di pesca, oltre che procurare danni economici derivanti dall’ostruzione dei canali di irrigazione o drenaggio e delle prese d’acqua per usi industriali e civili». Non meno pesanti potrebbero rilevarsi anche le ripercussioni sull’equilibrio dell’ecosistema. Gli intrusi, infatti, sono organismi che filtrano l’acqua trattenendo nutrienti, e che si pongono in competizione con altri molluschi e con lo zooplancton.
Cosa accadrà quindi? «È ancora presto per dirlo. Occorrerà capire quanto lago riescono a colonizzare e analizzare le ripercussioni sulla biodiversità. Ma quando una specie è numerosa – conclude la dottoressa Riccardi – qualcosa succede».
E il rischio è che possano colonizzare tutto il Verbano. Arrivati via Ticino, o secondo un’altra ipotesi, attraverso il «trasporto mediato da imbarcazioni» potrebbero espandersi ovunque. Allo stato attuale delle ricerche, concludono infatti gli esperti, «non è possibile escludere la diffusione tramite connessioni idrografiche da ambienti limitrofi già colonizzati ma non ancora noti come aree di nuovo insediamento».
Alessio Pagani
s.bartolini
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