MALPENSA Tante parole, un dubbio: qual è la scelta di politica industriale? Mentre il governo dice di voler puntare sulle infrastrutture per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi, il destino di Malpensa sembra diventato la chiave di volta.
Il rilancio dell’aeroporto, varrebbe due punti percentuali di Pil e 30 miliardi di euro di crescita in 17 anni per il Belpaese secondo la ricerca di The European House – Ambrosetti che trova il consenso del ministro Corrado Passera.
Intanto il comune di Milano, primo azionista di Sea gestore di Malpensa e Linate, ha fatto marcia indietro e punta alla quotazione in Borsa della società, ipotesi scartata in maniera assoluta soltanto tre mesi fa dall’assessore al Bilancio Bruno Tabacci.
«Volete indurci al suicidio?», aveva commentato l’assessore milanese a margine del convegno organizzato dalla Uil allo Sheraton di Malpensa sul destino dell’aeroporto, a metà giugno.
I soldi che entreranno dallo sbarco in piazza Affari, serviranno agli investimenti da 1,5 miliardi di euro previsti dal piano industriale di Sea? Altri interrogativi piovono a questo punto.
Saranno la linfa per lo sviluppo di Malpensa invocato dallo stesso ministro domenica scorsa a Cernobbio?
Oppure quei soldi serviranno semplicemente alle casse di palazzo Marino?
OGGI I DUBBI E LE VOCI SUL GIORNALE
m.lualdi
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