C’è una cattiva notizia: il rischio concreto che l’Arcisate-Stabio arrivi in ritardo anche per l’Expo del 2015. E ce n’è una buona: perché la Ics, l’azienda che ha in mano l’appalto della ferrovia pensata proprio per collegare Lugano-Malpensa e quindi Milano con la Svizzera, ha ritirato l’istanza di rescissione del contratto che a aveva presentato nei confronti di Rfi.
Questo l’esito dell’incontro che, ieri in Regione Lombardia, ha riunito per la prima volta dall’ultima grave crisi dei lavori, tutti i protagonisti: Regione, con l’assessore alle Infrastrutture, e i consiglieri regionali, sindaci e Comunità montana, Rfi, la Ics, sindacati e Arpa.
Oltre due ore di discussione, a tratti molto tesa, con tutti problemi messi sul tavolo in attesa di soluzione. Compreso il «pericolo» che la linea sfori anche l’ultimo termine utile, ovvero l’Expo 2015.
Il motivo è presto spiegato. Tra le lavorazioni più complicate del cantiere ci sono il viadotto della Bevera della lunghezza di 500 metri, realizzabile fin da subito visto che non necessita di scavi, e le due gallerie: quella della Bevera, da 890metri, già parzialmente scavata e comunque attaccabile sui due lati e quella di Induno Olona, 450 metri ancora da iniziare. E perforabile solo da una parte. Ad un ritmo massimo, è stato fatto capire, di circa 1 metro, un metro e mezzo al giorno: così ci vorranno circa 430 giorni.
Ma non da subito: i lavori potranno iniziare solo dopo che verrà individuata una soluzione per le terre all’arsenico. E per i circa 146mila metri cubi di materiale consolidato proveniente proprio dagli scavi delle gallerie.
Perché il terreno di risulta contiene innesti di calcestruzzo e additivi chimici e quindi va smaltito come rifiuto speciale. E non nella stessa cava – o Rainer di Arcisate, o Femar a Viggiù – dove andranno le terre all’arsenico. Su questo punto, però, serve tempo. E l’assessore Del Tenno ha chiesto 90 giorni. «Nel frattempo – ha ammesso – abbiamo ottenuto dall’impresa l’assicurazione che i lavori verranno continuati». Questo in attesa che Ics e Rfi arrivino a dirimere ogni singola questione che le divide. Soprattutto sotto il profilo economico. Dopodiché sarà convocato un altro tavolo. «Che speriamo – spiega il sindaco di Induno, – possa essere quello della svolta ». Importante, però per i sindacati «che la Regione sia garante di questo processo». «Compresa – sottolinea , della Cgil – la conferma degli impegni presi in precedenza».
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