CASTELVECCANA Il cane disperso nei boschi del Cuvignone a Castelveccana non si trova. Anche perché da ieri non si sentono più nemmeno i latrati che avevano fatto scattare l’allarme. Così è sostanzialmente impossibile inquadrare l’area delle ricerche. Al centro comunque di una zona impervia e in buona sostanza impossibile da raggiungere.
E anche chi ci ha provato, ieri nel primo pomeriggio, come l’inviato del telegiornale satirico “Striscia La Notizia”, Edoardo Stoppa, e la sua troupe, ha dovuto arrendersi all’impossibilità di localizzarlo. Accompagnati da un gruppo di alpinisti esperti capitanati da Mauro Fontana, Stoppa e la sua squadra, infatti, hanno tentato l’impossibile. Ma nonostante gli sforzi e il ricorso ai fischietti ad ultrasuoni, utilizzati proprio dalla spedizione di “Striscia” nel tentativo di stimolare il cane ad abbaiare, agevolando la sua individuazione, ieri a regnare è stato il silenzio.
Le ricerche ufficiali, invece, si erano subito bloccata fin dalla prima mattina. Dopo l’arrivo alle pendici del Cuvignione delle squadre Sal, del soccorso Speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco di Varese, guidate dal comandante Vincenzo Lotito. Il loro è stato un sopralluogo servito per il fare il punto sulla situazione e mettere in piedi eventualmente un tentativo di recupero. Opzione che però è stata scartata dopo le verifiche tecniche. «Perché troppo pericolosa con queste condizioni meteo. E soprattutto senza alcun riferimento preciso in cui concentrare le ricerche».
Perché è questo il vero problema. L’impraticabilità dell’area, già difficile da attraversare in condizioni ideali, coperta da oltre 70 centimetri di neve e l’assenza di ogni certezza. Perché l’animale fino a martedì si è sentito emettere lamenti. Lo confermano diversi testimoni. Ma nessuno lo ha visto. «Inoltre – evidenzia il sindaco di Castelveccana, Luciano Pezza – non abbiamo alcuna segnalazioni di animali scomparsi. Ma, ciò nonostante, dopo le segnalazioni, arrivate a partire dallo scorso venerdì, abbiamo subito convocato una riunione a cui hanno preso parte ben 25 persone.
Tutti esperti della caccia al cinghiale: gli unici a battere quei sentieri, seppur in cordata. Tecnica che utilizzare oggi supererebbe la soglia di rischio accettabile. Soprattutto in assenza di un punto certo». Perché l’animale, che al sindaco sospetta poter essere un cane inselvatichito, potrebbe spostarsi o essere già morto. «Aspettiamo – conclude Pezza – , come ventilato, il passaggio di un elicottero. Che però, complice il maltempo, non ha ancora potuto alzarsi in volo».
b.melazzini
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