Un sensore termico dà la caccia ai criminali

LAVENA PONTE TRESA Libera circolazione, sì. Ma non per i frontalieri del crimine e gli immigrati irregolari. Parte da questo concetto il rafforzamento della sorveglianza lungo la fascia di confine tra Varesotto, Comasco e Canton Ticino. Area sensibile, specialmente la notte, e per questo da scrutare a fondo. Soprattutto dai cieli. Perché insieme ai due droni, i velivoli svizzeri senza pilota che a scadenze regolari pattugliano dall’alto la frontiera, presto sarà schierato anche un nuovo elicottero dotato di telecamere termica. Una tecnologia quasi militare per garantire missioni preventive e repressive più efficaci.

L’escalation di furti e rapine nelle zone di confine e l’immigrazione irregolare tra Varesotto e Ticino, infatti, non concede però tregue. Così si è pensato di dotare il comando della Regione IV delle guardie di confine, quello proprio al confine con l’Italia, di un elicottero speciale. In grado di garantire la videosorveglianza delle frontiere in Ticino grazie ad una sofisticata telecamera termica, fondamentale soprattutto di notte. Replicando, anche se in misura ridotta, quello che succede al confine tra Stati Uniti e Messico.

Tutto si concretizzerà con il nuovo anno anche se in questi giorni si sono svolti i primi sorvoli di prova. Diverse, infatti, le segnalazioni arrivate dal Gaggiolo e dall’area di Clivio, Viggiù e Ponte Tresa. Da gennaio, infatti, con un accordo con una società privata in grado di garantire sempre la disponibilità del mezzo aereo, i pattugliamenti entreranno nel vivo. E le telecamere termiche permetteranno ai militari di individuare sagome umane nella notte che risaltano colorate nel visore notturno proprio grazie al calore emesso dai loro corpi.

L’obiettivo è quello di contrastare, chiariscono le guardie di confine, «specialmente contrabbando delle merci e sostanze illegali, ma anche i movimenti migratori e le attività sospette lungo la frontiera». Comprese quelle relative ai cosiddetti frontalieri del crimine che stanno letteralmente dando l’assalto ad abitazioni e attività del Canton Ticino. Gli ultimi ad essere intercettati, in ordine di tempo, sono stati infatti due italiani di 50 e 40 anni, sorpresi al valico di Ponte Tresa con una serie di arnesi da scatto e per questo rispediti nel Varesotto.  «Il concetto di base – concludono dalle guardie di confine – di questo rinforzo aereo è quello di avere mezzi più efficaci per combattere la criminalità transfrontaliera e garantire la pubblica sicurezza».

b.melazzini

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