CASTELVECCANA L’hanno trovato nel tardo pomeriggio di ieri. Dopo undici giorni di ricerche vane. È magro in maniera impressionante. Ma è vivo. E soltanto il cielo sa come abbia fatto a resistere al freddo micidiale di queste notti.
Non ha un nome. Ma dopo questa avventura, potrebbe benissimo essere battezzato “Lucky”, che in inglese significa “fortunato”.
Il cagnolino disperso, la povera bestiola della quale da quasi due settimane si sentivano i guaiti disperati, è stato recuperato a Castelveccana. Stava lì, semisepolto dalla neve, allo stremo delle forze e ormai incapace di muoversi. Attorno a lui solo una distesa bianca immacolata, senza nemmeno l’accenno di una traccia: segno che era ridotto all’immobilità almeno dall’ultima nevicata.
Era finito, non si sa come, sul costone del monte Cuvignone, nei boschi sopra Nasca (o sotto il Poggiolo, se si preferisce). È stato individuato da quegli stessi boscaioli che per primi, negli scorsi giorni, avevano dato l’allarme dopo aver sentito il suo abbaiare sempre più debole.
Si tratta di un incrocio fra un labrador e un molossoide. È completamente nero. Non è più un cucciolo, ma non è neanche vecchio. È cieco dall’occhio destro, ma dovrebbe essere una menomazione cha ha un’origine precedente alla sua disavventura. Non aveva né targhetta né collarino. E nessuno, finora, ne ha mai denunciato la scomparsa.
I boscaioli lo hanno visto attorno alle 16: non aveva più neanche la forza per latrare. Subito è partita la segnalazione al soccorso alpino di Varese coordinato da Mauro Fontana, e alla troupe di Striscia la Notizia che, capitanata da Edoardo Stoppa, è sempre stata in prima linea nelle ricerche.
Non è stato facile raggiungerlo. Era bloccato su un costone a un’ora di cammino da Nasca. Dopo un tragitto piuttosto accidentato e, a tratti, anche pericoloso, i soccorritori sono arrivati a portata di braccio attorno alle 19.15.
Seppure quasi assiderato e spossato dalla fame, Lucky inizialmente è apparso aggressivo. Poi non appena ha capito che quelle persone era lì per aiutarlo, si è ammansito e si è fatto infilare un guinzaglio. Lentamente, e con estrema cautela, è stato estratto dalla neve e riportato sul sentiero. Salvo e, tutto sommato, anche sano. Un miracolo, se si tiene conto che è sopravvissuto per undici giorni a temperature polari abbeverandosi solo con la neve.
Ieri sera Lucky è stato portato alla clinica veterinaria di viale Aguggiari, a Varese, per essere sottoposto ad alcuni esami.
Resta da capire come Lucky sia potuto finire lì, in una zona così impervia e quasi inaccessibile. Il timore è che sia stato abbandonato da qualcuno. E che si sia perso nel tentativo di tornare a casa.
Ma ora il suo incubo è finito. E una volta recuperate le forze, c’è da scommettere che ci sarà una lunga fila di “umani” ansiosi di adottarlo e di volergli bene.
s.bartolini
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