Sos dai lavoratori di Lepanto Terzo giorno di protesta

MALPENSA Giorno di presidio numero tre, sotto la pioggia, per i lavoratori di Lepanto.

Andranno avanti ad oltranza, finché la loro voce disperata non troverà ascolto. Finché il loro posto non sarà salvo. Ieri la testimonianza anche davanti ai microfoni di Rai3 Regione. «Ridateci il lavoro», lo slogan scandito a pieni polmoni. «In 16 anni, non una lamentela, non uno sciopero, testa bassa e lavorare, non perché “schiavi del padrone”, ma perché quando fai questo lavoro, impari a capire quali sono i veri problemi della vita e passi sopra a molte cose», scrivono in una lettera aperta. Loro assistono i passeggeri disabili o con ridotta mobilità.

Il lavoro continua ad esserci, ma Sea ha deciso di far svolgere al proprio personale la stessa mansione, riducendo i costi. Dopo un primo taglio occupazionale subìto tre anni fa, i lavoratori della Lepanto avranno come regalo di Natale la lettera di licenziamento: 40 a casa prima della fine dell’anno e gli altri 23 al 5 giugno. In definitiva: nessun posto verrà salvato.

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m.lualdi

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