CASTELVECCANA «Della Peugeot scura, ferma davanti al complesso residenziale dove viveva a Castelveccana Patrizia Rognoni si era già parlato nella fase iniziale delle indagini.
È un ricordo che ho verificato e che sicuramente è stato vagliato anche dai carabinieri». È Corrado Viazzo, legale della donna svanita nel nulla nella notte tra 16 e il 17 settembre 2009, a spegnere gli entusiasmi sui nuovi elementi scoperti dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Divulgati mercoledì sera nel corso di un servizio sulla scomparsa della donna, di cui mancano tracce sensibile ormai da due anni e mezzo. Una sparizione ancora senza un perché. Un caso che dopo la nuova testimonianza si sperava di potere riaprire clamorosamente.
La nuova testimonianza, però, secondo il legale non aggiungerebbe nulla a quanto emerso nel corso delle indagini legate alla sparizione di Patrizia Rognoni, dalla sua casa di via Capitano Barassi 7 a Castelveccana.
A raccontare l’episodio, per la prima volta in video, è stata una vicina di casa. Laura, presentata nel servizio della trasmissione Rai senza renderne noto il cognome, ha ricostruito infatti, il suo ricordo della sera di quel misterioso mercoledì 16 settembre 2009.
«Quando sono rincasata, intorno alle 20.10 – ha spiegato – ho visto un’auto posteggiata davanti al cancello del complesso residenziale in cui vivo. Una Peugeot 106 o una 107. Di colore scuro. E a giudicare dalla condensa posata sui vetri doveva essere lì da molto tempo».
Poi mentre la donna si è avvicinata con l’auto a ridosso delle cassette della posta qualcosa l’ha colpita. «Ho aperto la porta per afferrare la corrispondenza – ha riferito – e dallo specchietto retrovisore inclinato ho visto accendersi la luce all’interno dell’abitacolo di quell’auto. Dentro due uomini che mi hanno fatto paura. Così ho richiuso la portiera e sono entrata dal cancellone. Richiudendolo subito con il telecomando».
Fin qui la ricostruzione della trasmissione. «Che però – ha sottolineato Viazzo – non fornisce elementi di novità rilevanti». Non ci sarebbe così nessuna nuova pista concreta da seguire per provare a sfoltire il mistero sulla sorte di Patrizia Rognoni. «Inoltre – ha precisato Viazzo, l’ultima persona a vedere la donna – voglio assicurare che non era mia abitudine far aspettare la mia cliente, divertendomi alle sue spalle. Come invece si potrebbe percepire dal servizio. Quella sera mi ha dovuto attendere solo perché avevo altri impegni di lavoro».
Sul campo, in concreto, restano così ancora aperti tutti gli inquietanti interrogativi. E parallelamente le certezze delle persone più legate a Patrizia. «Lei – ha ricordato Pucci Finizio – non sarebbe mai sparita di sua iniziativa. Non ne aveva motivi e non avrebbe mai lasciato la figlia».
b.melazzini
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