Convalidato l’arresto di Maurizio Ammendola: il killer del camping resta in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Il gip Giuseppe Battarino ha depositato il provvedimento questo pomeriggio al termine di un interrogatorio durato un’ora e mezzo al quale ha presenziato anche il pubblico ministero Sabrina Ditaranto. Nelle sette pagine dell’ordinanza depositata il gip parla di «giornata di estrema tensione» durante la quale dai vertici del camping «erano stati offerti ai partecipanti all’incontro pomeridiano alcolici e superalcolici».
Un incontro durante il quale Ammendola ed altri avevano proposto la messa in campo di gesti eclatanti per spostare sul camping l’attenzione dei media e il favore dell’opinione pubblica. In preda a questo delirio Ammendola avrebbe sparato da distanza ravvicinata a Bonetti: l’omicida ha tra l’altro modificato la versione dei fatti dopo aver appreso l’esito dell’autopsia. L’esame necroscopico ha stabilito che il colpo di Glock che ha centrato Bonetti dritto in mezzo alla fronte è stato sparato dall’alto. Ammendola la notte dell’omicidio ha dichiarato di essere seduto e di aver fatto partire il colpo accidentalmente. Questa mattina ha detto di essere stato in piedi e di aver fatto il gesto di puntare la pistola contro l’altro quale atto dimostrativo. Intanto il sindaco Gianmario Bernasconi ieri mattina ha incontrato il pubblico ministero Massimo Politi, titolare delle indagini. Il termine per lo sgombero dell’area fissato entro il 30 giugno non è più perentorio a patto che da oggi al più breve periodo i residenti presentino in comune un progetto con cronoprogramma per il ripristino dei luoghi lottizzati abusivamente.
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