Una discussione prima dello sparo

Resta in carcere , 47 anni residente del camping Sette Laghi, reo confesso dell’omicidio del coetaneo , anche lui residente nel camping di via Madonnina del lago. Il gip l’ha interrogato, alla presenza del pubblico ministero che coordina le indagini, per un’ora e mezza ieri mattina.

Alle 16.30 di ieri il giudice per le indagini preliminari ha notificato all’avvocato difensore un’ordinanza durissima: in sette pagine il giudice conferma l’accusa di omicidio volontario ipotizzando non il dolo eventuale ma il dolo d’impeto.

Ammendola ha puntato l’arma contro Bonetti e ha premuto il grilletto non con premeditazione, ma volontariamente al termine di una giornata definita di «estrema tensione» dal gip.

Ammendola in sede di interrogatorio di convalida ha anche cambiato alcuni dettagli sull’accaduto. Il più importante è arrivato dopo che l’esito dell’autopsia eseguita l’altro ieri sul cadavere di Bonetti ha decretato che Ammendola ha sparato dall’alto verso il basso, ad una distanza di 30, 20 centimetri, colpendo Bonetti in mezzo alla fronte in un centro perfetto subito sotto l’attaccatura dei capelli. Ammendola al pubblico ministero, la notte del suo arresto (va detto che si è costituito), aveva raccontato di essere seduto al tavolo di fronte a Bonetti e di stare armeggiando con la sua Glock quando gli è partito un colpo.

E invece no: ieri mattina al gip ha detto di essere stato in piedi mantenendo però l’ipotesi dello sparo accidentale. Nelle sette pagine dell’ordinanza il giudice per le indagini preliminari ricostruisce quella domenica. Dal pranzo con , i legali del camping, per definire il da farsi «dopo una lunga serie di sconfitte giudiziarie», scrive il gip, al pomeriggio alcolico con bevande di ogni genere offerte ai commensali. Ammendola pare fosse tra i più scalmanati: lui, ed altri tra cui alcuni esponenti della Sette Laghi spa, ipotizzavano la messa in campo di un gesto eclatante che avrebbe attirato l’attenzione dei media, il favore dell’opinione pubblica, evitando lo sgombero previsto il 30 giugno e riaperto le sorti dei “combattenti” del camping.

Ammendola ed altri quattro erano intenzionati, muniti di taniche di benzina, a minacciare di darsi fuoco o a dar fuoco a qualcosa di non meglio identificato. Bonetti per contro non era d’accordo: era tra i moderati che non volevano peggiorare le cose. La discussione è proseguita a casa di Ammendola e qui l’uomo ha estratto la Glock, l’ha armata e l’ha puntata contro la testa dell’amico: solo così avrebbe potuto coprire la distanza di un metro e 20 cm segnata dal tavolo che li separava e sparare in un centro perfetto a 30 cm di distanza dalla fronte di Bonetti.

Il gip non crede al colpo partito per caso: Ammendola ha premuto consapevolmente il grilletto seppur in preda ad un delirio alcolico e da tiratore esperto, sei anni di porto d’armi e la raffinata Glock a sostituire la precedente Beretta con visite mensili al poligono, ha fatto centro.

Di Bonetti intanto non si rintracciano i parenti: la moglie è irreperibile e non ha altri familiari. La preghiera è che il Comune o gli amici si facciano avanti per pagare funerale.

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