MALNATE – Una rabbia immensa che esplode come un uragano ogni volta che giornali e telegiornali raccontano della scoperta di nuovi casi di falsi invalidi. Sentire di individui senza scrupoli che beneficiano di assegni di invalidità e di accompagnamento senza averne il diritto, penalizzando magari chi soffre per davvero, è una pugnalata allo stomaco per chi ritiene di subire un’ingiustizia tutte le volte che la commissione medica boccia ogni sua istanza. Dal 2004, infatti, Giulietta Isabella Cocquio,
una malnatese residente in via Sardegna, lotta con la burocrazia per far riconoscere l’assegno di accompagnamento alla sorella Silvana, invalida civile al 100%. Silvana non è autosufficiente tanto da non essere in grado neanche di lavarsi da sola, eppure la commissione medica che esamina la richiesta dei familiari continua a rigettare l’istanza, di ricevere l’assegno di accompagnamento, al mittente. Giulietta è una donna coraggiosa, orgogliosa e combattiva ma di fronte ai continui rifiuti medici di concedere alla sorella un diritto a suo avviso sacrosanto la rabbia è grande. Soprattutto se rapportata agli ultimi eventi: gli episodi di presunti falsi invalidi, uno dei quali scovato anche a Malnate, non ha fatto altro, infatti, che aumentare rabbia e frustrazione.
«Se ne sentono di tutti i colori – dice la donna – nelle ultime ore abbiamo sentito di Napoli e dei falsi invalidi che sono stati trovati. Qualche giorno prima, e ne hanno parlato tutti i giornali, ne hanno trovato uno anche a Malnate. Quando si sentono certe cose la rabbia è tanta, sono furiosa, arrabbiatissima. E’ scandaloso». La donna sta lottando strenuamente per la sorella: «Anche solo guardandola – insiste – ci si può rendere conto perfettamente che mia sorella ha dei gravi problemi. Certo cammina, ma non è per niente autosufficiente. Non è in grado di fare nulla, bisogna starle dietro costantemente. Se uscisse di casa da sola non saprebbe orientarsi. La commissione neanche la guarda, si limitano solo a dire che l’Inps poi ci farà sapere ma ogni volta è sempre la stessa storia. Ogni volta è un’umiliazione. Ai componenti della commissione dico che basterebbe stare con lei un’ora al giorno. Sarebbe sufficiente perché si rendano conto della situazione».
Una situazione pesante, sempre più difficile con il trascorrere degli anni. «Abbiamo una madre di 98 anni – conclude Isabella – che è seguita dalla badante, è impensabile poterne prendere un’altra per Silvana. Mia sorella non è in grado né di lavarsi, né di pulirsi da sola, eppure quelli della commissione mi dicono ogni volta che non è previsto l’assegno per l’accompagnamento. Sono arrabbiatissima, soprattutto quando penso alle persone che non avendone il diritto, passando per falsi invalidi, ottengono illegittimamente dei riconoscimenti».
Pino Vaccaro
p.rossetti
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