Addio permessi alle ragazze In crisi nera i night ticinesi

TICINO (a. pag.) Tempi di crisi per i night del Ticino. La colpa, da un lato, è della crisi provocata dal franco alto, che scoraggia la clientela proveniente soprattutto dall’Italia e, dall’altro, è del giro di vite sui “permessi” imposto dalle autorità cantonali.

Così, riporta la stampa di oltre confine, sono diversi i locali a luci rosse a rischio chiusura. Gli ultimi, in ordine di tempo, ad aver dichiarato l’intenzione di cessare l’attività sono due storici punti di riferimento del divertimento notturno: il «111» di Chiasso e il «Dancing Night Club Cecil» di Paradiso. Entrambi alle prese con una gestione in perdita perché non più redditizia. Circostanza che lascia poca scelta ai proprietari o ai gestori: chiudere l’attività.

All’origine dei problemi finanziari, oltre alla crisi economica, c’è infatti la difficoltà ad assumere ragazze dalla Russia e dall’Ucraina a causa dell’abolizione dei «Permessi L» rilasciati a persone non cittadine dell’area dell’Unione europea. Si trattava infatti di speciali permessi di dimora che venivano rilasciati alle ballerine dei locali notturni e che tempo, ormai, non vengono più concessi. Situazione che ha già messo in crisi il settore dell’intrattenimento notturno. Al punto che c’è, tra i gestori dei night, chi ha intenzione di arrivare fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

A volersi appellarare a Strasburgo lamentando una serie di violazioni è, infatti, il gestore del «Calypso 2» di Ponte Cremenaga che a suo tempo era stato accusato di aver favorito il soggiorno illegale di alcune prostitute. Così sembra essere sul viale del tramonto il mito del divertimento per adulti made in Ticino che da sempre ha tra i suoi frequentatori abituali proprio i varesotti.

e.marletta

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