SARONNO Resta in carcere il diciottenne peruviano residente a Garbagnate Milanese arrestato per rapina, lesioni e interruzione di pubblico servizio. Il ragazzo, che la maggiore età l’ha raggiunta nel febbraio scorso e che ha precedenti analoghi da minorenne (fu arrestato nel milanese nel 2009) è comparso davanti al gip Nicoletta Guerrero per l’interrogatorio di garanzia.
Il fatto è avvenuto lo scorso 11 giugno e ha causato la soppressione del treno che dalla stazione di Saronno era in partenza per Milano. Il capotreno, che ha rimediato lesioni guaribili in 8 giorni non era in grado di condurre il locomotore: i pendolari, quindi, sono stati fatti scendere e hanno dovuto prendere un secondo convoglio. Il diciottenne – che nella vita non studia e non lavora, ha due sorelle e un fratello, e dei genitori irreprensibili e perfettamente integrati giunti in Italia da oltre 10 anni – ha quindi ammesso di aver rapinato un ventottenne del suo Iphone pochi giorni dopo quest’aggressione. Pestaggio e rapina sono avvenuti sempre su un treno. Al gip, però, il giovane ha detto di non ricordare bene l’accaduto in quanto ubriaco.
Le altre due aggressioni contestate dai carabinieri della stazione e del nucleo operativo radiomobile di Saronno, guidati dal capitano Giuseppe Regina, questo baby rapinatore pendolare, invece le ha negate. Pendolare in quanto per spostarsi tra Garbagnate, Saronno, Milano, ma anche Varese e Como (stando ai biglietti ritrovati dai militari a casa del ragazzino) il diciottenne utilizzava sempre il treno. E con il treno il giovane avrebbe raggiunto Saronno anche in occasione degli altri due violenti episodi contestati avvenuti in pieno centro cittadino.
Trenta minuti dopo la mezzanotte del 3 giugno il “boss” con altri 3 complici (si parla di minorenni o neo maggiorenni come lui probabilmente tutti stranieri) avrebbe aggredito un ventitreenne diretto a casa. Il giovane camminava per piazza Libertà quando si è ritrovato circondato con il “capo” che gridava “rapido, rapido” agli altri sollecitando l’accerchiamento. Nell’occasione il giovane si è sfilato la cinta dei pantaloni e ha frustato la vittima con il lato fibbia. Il 23enne ci ha rimesso cellulare, catenina e 30 euro e ha rimediato lesioni per 8 giorni. Stessa scena l’11 giugno in corso Italia. L’aggressione è stata filmata dalle telecamere comunali presenti in zona: la vittima sarebbe stata picchiata anche con un tirapugni. Vittime di quelli che il gip Alessandro Chionna ha definito «fatti inseriti in un contesto di bullismo…eseguiti dal capo banda che comportamenti tracotanti e intimidatori» nell’ordinanza di custodia emessa a carico del 18enne, sono stati due 17enni. Anche a loro è stato preso il cellulare: le prognosi vanno dai 6 agli 8 giorni.
Tutte le denunce, a questo punto, sono confluite in un solo fascicolo: le vittime hanno identificato nel diciottenne quel giovane tarchiato, la felpa bianca e il grosso medaglione dorato pendente sul petto il loro aggressore. E lunedì è scattato l’arresto. A casa del ragazzo sono stati trovati 3 cellulari e una sim card non appartenenti a lui, oltre al pericoloso nunchaku rudimentale. Il “boss” resta in cella mentre è caccia al resto della gang in queste ore.
Simona Carnaghi
e.marletta
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