Bruxelles, 26 ott. (TMNews) – Il negoziato fra i 17 capi di Stato e di governo dell’Eurozona continua nella notte a Bruxelles, rallentato soprattutto dallo scoglio della partecipazione ‘volontaria’ dei creditori privati (banche e fondi d’investimento) al secondo programma di aiuti alla Grecia. Meno problematica sembra essere la questione dell’aumento della ‘potenza di fuoco’ del Fondo di salvataggio dell’Eurozona (Efsf), che dovrebbe arrivare a circa 1.000 milardi di euro, combinando le due soluzioni prospettate: garanzie fino al 20-25 per cento per le emissioni di bond dei paesi sotto attacco dei mercati e nuovo Fondo speciale aperto agli investimenti delle economie emergenti e dell’Fmi per acquistare i bond sui mercati secondari.
Sono, comunque, soluzioni che potranno funzionare come prima linea di fuoco contro il contagio, ma che per funzionare davvero avranno bisogno della presenza, alle spalle, della Bce e della sua potenza di fuoco illimitata.
Da questo punto di vista, molto importanti sono le parole pronunciate oggi in Italia dal futuro presidente della Bce, Mario Draghi, quando ha assicurato che c’è la determinazione del sistema europeo e della Bce, “con le sue misure non convenzionali, a evitare che i malfunzionamenti sui mercati monetari e finanziari ostacolino la trasmissione monetaria”.
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