Casorate, fine mandato al Cuv «Malpensa, priorità al lavoro»

Problema occupazione a Malpensa, <rimane ancora in sospeso l’incontro con il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni>.

Nella relazione di fine semestre della presidenza del Cuv, il Consorzio urbanistico volontario che raggruppa nove comuni attorno a Malpensa, il sindaco di Casorate Sempione Pinuccia Quadrio ha voluto ricordare un nervo sempre scoperto: quello del lavoro.

Per farlo, un rimando, oltre alla questione Sea Handling per la quale vengono ipotizzati 500 licenziamenti, ai 60 lavoratori del Consorzio Lepanto che sono stati licenziati e dallo scorso 4 giugno non hanno più un lavoro sebbene il lavoro continui ad esserci.

Si occupavano di fornire assistenza ai passeggeri con ridotta mobilità che devono salire o scendere da un aereo.

<I risultati del nostro impegno per i lavoratori di Lepanto sono stati, purtroppo, fortemente negativi>, annotano il sindaco e il vicesindaco di Casorate Tiziano Marson.

<Pur non essendo lavoratori alle dirette dipendenza Sea, dopo aver posto il problema a tutti i livelli, non si è riusciti neanche a dilazionare i tempi dando un po’ di respiro ai 60 lavoratori (in maggioranza donne) che, pur di mantenere il posto di lavoro, erano arrivati a paghe di 50 euro mensili accettando il lavoro a chiamata, il massimo della disponibilità e della flessibilità,. Nonostante ciò, nulla è servito. La Sea ha dichiarato che ha riportato al suo interno questo servizio: si sta delineando il piano spezzatino>.

E ancora: <Il 4 giugno, ultimo giorno di lavoro dei lavoratori della Lepanto, siamo stati presenti al presidio al terminal 2 e tra l’indifferenza generale, se non il fastidio, dei passeggeri, l’unica cosa che si è potuta dire a queste lavoratrici come rappresentante delle istituzioni, è stato “mi dispiace”>. Chiosa Marson: <Personalmente, è stato il momento più “basso” che ho vissuto da quando ho una responsabilità amministrativa. Come siamo potuti arrivare a questo punto?>.

La presidenza del Cuv tocca ora al sindaco di Ferno Mauro Cerutti.

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