La sensazione è che il cerchio delle indagini sull’omicidio di Yara si stia chiudendo attorno a un gruppo ristrettissimo di persone e la pista del Dna o meglio di un profilo genetico riconducibile a un parente dell’assassino sia quella che potrebbe portare alla soluzione del caso.
Ma come sia sa, le sensazioni non bastano. Le voci si rincorronno, le ipotesi di accavallano, gli scoop giornalistici spesso – abbiamo visto – si sono poi sgonfiati. Il pm Letizia Ruggeri ai cronisti che l’aspettavano fuori dalla Procura si è limitata a rispondere con un «non posso dire nulla», anzi il magistrato ha ribadito che «i prelievi di Dna continuano come sempre».
In ogni caso sembra proprio che si stia puntando sul profilo genetico: uno o più Dna? Profili comunque riconducibili a quel Dna trovato sul corpo di Yara?
Le ultime notizie non confermate parlano della scoperta di un Dna di un ipotetico «parente» dell’assassino. Voci? Illazioni? O si tratta solo di somiglianze fra Dna? Il pm Ruggeri prosegue per la sua strada. Difficile pronunciarsi su quanto potrà ora accadere. Scientifica e genetisti sono all’opera da mesi. Un lavoro senza sosta. Gli scenari sono tutti aperti, tutte le ipotesi sono ancora al vaglio degli inquirenti. E le speranze di arrivare a scovare l’assassino di Yara non si sono mai spente.
e.marletta
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