SARONNO Tutto il mondo del ciclismo, dai campioni come Gianni Bugno ai responsabili delle squadre della zona dalla Bustese alla Biringhello, fino agli addetti ai lavori come Amedeo Colombo, numero uno della Shimano, si sono ritrovati ieri pomeriggio alla parrocchia della Regina Pacis per l’ultimo saluto a Sergio Marzorati, presidente dell’Ambrosio, storica azienda specializzata nella produzione di cerchi per biciclette.
Davanti all’altare si sono radunate oltre trecento persone, i dipendenti della fabbrica, che ha sede a Solaro, ma anche gli amici e gli appassionati che condividevano con il 77enne la passione per il ciclismo. Chiuse nel proprio dolore la moglie Giuliana e le figlie Muna e Mascia che solo un anno fa hanno perso anche il fratello Marzio. Una triste circostanza ricordata anche da don Fabio Verga nella sua omelia. “Sono certo – ha esordito il sacerdote – che la prima cosa che ha fatto Sergio arrivato nel regno dei cieli è stata proprio quella di riabbracciare il figlio, la cui perdita l’aveva profondamente provato”.
Con parole delicate don Fabio ha tratteggiato la figura dell’imprenditore “che ha vissuto la sua vita continuando a lavorare, a correre, a piedi e in bicicletta fino all’ultimo”. Toccante la lettera firmata dalle due figlie letta al termine delle esequie: “Sei stato un papà unico, severo ma ironico, che ha saputo insegnarci la dedizione per il lavoro. Sotto una ruvida scorza avevi un grande cuore generoso. Spesso ci rimproveravi, senza usare mezze misure, ma lo facevi perché da noi volevi solo il meglio”.
La salma è stata tumulata al cimitero di Varedo paese d’origine dell’imprenditore. “E’ una grave perdita per il mondo del ciclismo – ha ricordato al termine del funerale il campione Gianni Bugno – quando correvo era una presenza costante a tutte le competizioni e anche negli ultimi anni era impossibile andare ad un evento o ad una fiera di settore senza trovarlo pronto a salutarti con un sorriso e una stretta di mano”.
Sergio Marzorati è stato il protagonista del rilancio del marchio Ambrosio negli anni Sessanta quando aveva rilevato un’azienda in forte crisi finanziaria trasformandola nel leader del settore grazie ad innovazioni tecnologiche d’avanguardia e alla collaborazione con grandi campioni come Saronni, Moser, Chiappucci e Armstrong. “Era un grande imprenditore – ha concluso Amedeo Colombo – ma soprattutto una persona davvero unica”.
j.bianchi
© riproduzione riservata