Washington, 7 mag. (TMNews) – L’imam radicale Anwar al Awlaki,
considerato una delle principali minacce terroristiche dagli
Stati Uniti, alla stregua di Osama bin Laden, ucciso dalle forze speciali Usa domenica scorsa dopo 10 anni di latitanza, è sfuggito ad un missile lanciato da un drone americano nel sud dello Yemen: è quanto riporta il quotidiano statunitense The Wall Street journal.
L’attacco, nel quale sarebbero morti due militanti di Al Qaida, è avvenuto giovedì, secondo quanto confermato da testimonianze locali e da fonti governative statunitensi. Al Awlaki è sospettato di avere avuto legami con il nigeriano Umar Farouk Abdulmutallab, l’autore del fallito attentato del 25
dicembre del 2009 il cui obiettivo era di far esplodere in volo un aereo di linea americano decollato da Amsterdam e diretto a Detroit.
Al momento dell’attacco, l’imam era insieme ad un leader saudita di al Qaida nella Penisola arabica (Aqpa), le cui basi sono nel sud dello Yemen. L’imam e il capo dell’Aqpa “sono usciti indenni dal lancio di un missile giovedì contro il loro veicolo a Abadan”, 50 chilometri a sud ovest di Ataq, capitale della provincia di Chabwa, ha dichiarato all’Afp un membro della amministrazione locale e della sua tribù, quella degli Awalaq. “Il mezzo è stato colpito di striscio” nel raid “compiuto da un drone americano” e i suoi occupanti hanno proseguito il viaggio a bordo di un’altra auto”, ha aggiunto senza precisare l’identità del saudita che accompagnava l’imam.
Secondo il responsabile, due attivisti dell’Aqpa, nata dalla fusione delle organizzazioni saudita e yemenita di al Qaida, sono stati uccisi da un secondo missile sparato contro il veicolo colpito dell’imam a bordo del quale erano saliti.
A Aden, principale città del Sud, un responsabile dei servizi di sicurezza aveva riferito giovedì all’Afp che due membri di al Qaida erano stati uccisi da un missile il cui obiettivo era un capo locale dell’organizzazione non identificato nella regione di Nissab, villaggio che dipende dal punto di vista amministrativo da Abadan. Si trattava dei fratelli Abdallah e Mubarak al Harad, attivisti dell’Aqpa, secondo testimoni locali.
Al Awlaki è anche noto per aver avuto una corrispondenza con il militare americano Nidal Hassan, il presunto autore della sparatoria che provocò 13 morti nella base di Fort Hood (Texas) nel novembre 2009. Inserito da Washington sulla lista degli obiettivi da eliminare, l’imam era stato già preso di mira, secondo le autorità, da un raid dell’aviazione yemenita il 24 dicembre 2009 nella provincia di Chabwa, nel quale erano morte 34 persone. Dei droni americani sono dispiegati in Yemen da diversi mesi per dare la caccia ai militanti di al Qaida, sempre più attivi nel Paese. (con fonte Afp)
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