Gemonio – «Non lo auguro a nessuno, sinceramente. Sembra assurdo ma ti vedi la vita scorrere davanti. C’è quasi da aver paura a lavorare…ma certo non ci facciamo fermare da quello che è successo».
Massimo Rizzo è Massimoto da 20 anni; il suo negozio di via Molino della Prea a Gemonio è un’istituzione. Lo stesso negozio preso d’assalto ieri sera da due rapinatori. «Come ogni sera ho chiuso il negozio verso le 20 – spiega Rizzo – Ho abbassato la claire sull’ingresso principale. Io esco dal retro dopo aver attraversato l’officina. Ho sentito bussare alla porta, i miei figli se n’erano appena andati, credevo fossero loro, che avessero scordato qualcosa».
Rizzo chiede chi è, nessuno risponde e lui apre la porta per guardare. «Erano in due, uno con un casco, l’altro con un passamontagna – racconta – Avevano una pistola, mi hanno buttato subito per terra legandomi le mani con due fascette di plastica».
Soltanto uno dei due rapinatori parlava; italiano senza accenti. «L’altro è sempre rimasto zitto – spiega Rizzo – Sembrava conoscessero perfettamente il negozio e l’officina. Mi hanno portato in ufficio; sapevano che c’erano delle telecamere. Mi è stato chiesto dove fossero i blocchi del sistema. Non ho esitato e gliel’ho detto. Mi hanno portato con loro e hanno disattivato tutto il sistema».
Le immagini dell’incursione finiscono a questo punto. Rizzo viene chiuso in ufficio, legato mani e piedi e messo accucciato a terra. «Sono rimasti qui un’ora – spiega – Ho passato un’ora da incubo, li sentivo muoversi. Ogni tanto aprivano la porta per vedere cosa stessi facendo: mi hanno ordinato di restare immobile e io ho ubbidito».
Rizzo ha capito che se avesse reagito «ci sarebbero state delle conseguenze – racconta – Non ho in alcun modo dato loro la possibilità di farmi del male». In un’ora i rapinatori hanno saccheggiato tutto: caschi, abbigliamento «persino il magazzino, le forcelle. Non hanno toccato le moto, ma era un furto su commissione credo, organizzatissimo. Ribadisco conoscevano il negozio, quasi l’avessero già visitato».
Le moto si sono salvate; Massimoto è un team famoso in Italia e in Europa; Massimo Rizzo, tra coppe, gare e trasferte a Las Vegas, ha trascorso la vita con «le mani nel grasso», come lui stesso dice. E’ il papà di Zaeta, super progetto moto costruita intorno a un telaio americano che nasce per lo Short Truk e riadattato, il motore è un monociclindro quattro tempi da corsa. Un progetto del quale Graziano Rossi, padre di Valentino Rossi, si è innamorato testandolo. E The Doctor non ha resistito girando a lungo su quel mostro made in Gemonio firmato Massimoto. E da questa storia straordinaria nasce la certezza di Rizzo: «Non ci lasceremo fermare da questo».
La refurtiva è stata portata via con un furgone della ditta. Il furgone è stato ritrovato
Simona Carnaghi
p.rossetti
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