VARESE Fare…o disfare? Dopo il caso dei titoli accademici falsi di Oscar Giannino e la sconfitta elettorale, ecco l’addio di Michele Boldrin. È già alla frutta il movimento «Fare per Fermare il Declino»? L’economista veneto, tra i fondatori insieme ad Oscar Giannino e Luigi Zingales, a cui viene impedito di intervenire in conference call alla direzione nazionale in corso in questo momento a Milano, sbatte la porta: «Mi vergogno di aver fondato un movimento e di avergli regalato le mie idee,
oltre a sei mesi della mia vita, perché poi finisse in mano a pusillanimi ed arrivisti di terzo livello come costoro. Addio. E’ ora di fare dell’altro».
Dopo gli ingloriosi risultati elettorali (0,9% al Senato, 1,1% alla Camera, 1% alle regionali in Lombardia), attribuiti in gran parte al caso Giannino esploso a cinque giorni dalla chiusura della campagna elettorale, questa mattina si sono riuniti, con la seduta in diretta streaming sul sito web del movimento, i vertici della direzione nazionale di «Fare» (che poi non sono altro che i coordinatori regionali nominati in dicembre dagli stessi fondatori del movimento), dove è subito esplosa la «bomba Boldrin».
L’economista, che si è speso in lungo e in largo per l’Italia così come Giannino per la campagna elettorale delle politiche, aveva chiesto un azzeramento della direzione in attesa dei congressi da fissare in primavera, per rilanciare il movimento.
La sua posizione è stata registrata, leggendo una lettera, ma a Boldrin non è stato consentito intervenire in diretta, in quanto non è membro della direzione nazionale, così si è sfogato sui social network annunciando il suo addio a «Fare», condito da polemiche e discussioni tra i militanti. La direzione di Fare, presieduta da Silvia Enrico, sembra orientata a costituire una commissione per la redazione dello Statuto e a rimanere in carica per l’indizione dei congressi regionali e nazionale e per preparare la campagna elettorale delle amministrative.
Flavio Pasotti, uno dei coordinatori regionali della Lombardia, invoca «più apertura» nei confronti degli altri partiti, per evitare di «essere percepito come i «Grillo intelligenti». Ma le polemiche e l’abbandono dei fondatori potrebbero far implodere definitivamente la creatura di Giannino & C.
Andrea Aliverti
s.bartolini
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