Suicidio nel bar a Tradate Il mistero delle lettere

Tradate Depressione. Sembrano chiarirsi i contorni della tragedia avvenuta ieri mattina a Tradate dove una giovane greca di 33 anni si è tolta la vita sparandosi nel bagno di un bar in centro. I carabinieri della tenenza di Tradate, d’intesa con la procura di Varese, hanno iniziato ad ascoltare gli amici e i conoscenti della donna arrivata a Tradate un mese fa in visita al fidanzato che vive in paese. Fidanzato che, lavorando con l’estero, ieri non si trovava in Italia ma che avrebbe anticipato il suo rientro a causa della tragedia; anche lui sarà sentito nelle prossime ore mentre è già stato ascoltato dai militari il padre del ragazzo.

Da quanto asserito dai conoscenti la donna soffriva di una patologia nervosa da qualche tempo; i militari stanno ora cercando di appurare se la patologia in questione fosse in tutto e per tutto acclarata. Nelle prossime ore, intanto, dovrebbero arrivare le traduzioni dei manoscritti in greco trovati tra gli effetti della donna; scritti che potrebbero contenere altri dettagli utili a chiarire le ragioni del suicidio.

Tradate intanto resta sotto choc: i titolari del bar Dolce far niente, in pieno centro, dove la suicida si è tolta la vita sono troppo scossi per raccontare e troppo rispettosi per un commento. La donna ieri mattina era andata al bar con il padre del fidanzato per prendere un caffè; si era seduta a un tavolino, poi si era allontanata con la scusa di andare in bagno. L’intero bar ha riecheggiato dalla detonazione della 357 magnum regolarmente detenuta dal suocero della donna quando la ragazza si è tolta la vita. E’ in corso anche un accertamento per appurare se l’arma fosse custodita a norma di legge o meno. La procura intanto ha affidato l’incarico per l’autopsia.
Simona Carnaghi

f.artina

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