Bin Laden/ Usa diffondono video sequestrati duranti il raid

Washington, 8 mag. (TMNews) – Barba bianca, berretto nero in testa e una coperta sulle spalle, mentre seduto in terra guarda la tv satellitare che trasmette sue vecchie immagini: così appare Osama bin Laden in uno dei cinque video senza sonoro sequestrati dai Navy Seals nel compound di Abbottabad durante il blitz che lunedì scorso ha portato all’uccisione del capo di al Qaida, diffusi dal Pentagono. In particolare, nel video in questione si vede Bin Laden che con il telecomando in mano passa da un canale all’altro, soffermandosi su immagini note che lo ritraggono con un bastone in mano mentre cammina lungo una discesa, o in djellaba bianca mentre si appresta a sparare con un Kalashnikov.

Un altro video, realizzato fra il 9 ottobre e il 5 novembre 2010 secondo responsabili americani, mostra Bin Laden che guarda la telecamera nel corso della registrazione dei messaggi video che ha periodicamente trasmesso negli ultimi dieci anni. Denominato “Un messaggio al popolo americano”, esso mostra un Bin Laden dalla barba tinta di nero e un logo in basso a destra dello schermo che dice “As Sahab”. Gli altri tre video mostrano invece delle prove di registrazione.

Secondo un alto responsabile dell’intelligence Usa i materiali (video, computer, cd, dvd, chiavette USB) sequestrati dalle forze speciali ad Abbottabad costituiscono il “più importante” sequestro mai realizzato, trattandosi del capo di al Qaida. “Grazie a questo raid, abbiamo messo le mani sulla più importante quantità di documenti appartenenti a un capo terrorista”, ha detto ai giornalisti il responsabile, aggiungendo che Bin Laden era un ancora il capo operativo del gruppo terroristico. “I documenti esaminati negli ultimi giorni mostrano che Bin Laden forniva istruzioni strategiche, operative e tattiche al suo gruppo”.

Per quanto riguarda la sua successione alla guida di al Qaida, il responsabile ha detto che si tratta di una questione “aperta”, dal momento che il numero due del gruppo, l’egiziano Ayman al Zawahiri, sarebbe contestato all’interno dell’organizzazione.

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