Montemurro tra presente e futuro «Quattro partite sono una vita» 

VARESE All’amministratore delegato del Varese Enzo Montemurro non sfugge nulla. Neppure il nome dell’arbitro per l’incontro di sabato con il Cittadella: è Filippo Merchiori di Ferrara che ha diretto più volte i biancorossi dai tempi della serie D e, precisamente, dal 14 gennaio del 2006 quando il Varese aveva pareggiato 1-1 in trasferta con la Cossatese. Da allora sembra passata un’eternità visto che al Franco Ossola è tornata la serie B e si sogna sempre il salto in A.

Bicchiere mezzo pieno
A farlo capire è proprio Montemurro che non si stufa di coltivare la speranza di promozione: «Io ci credo e faremo di tutto per puntare al salto di categoria. Nelle altre stagioni puntavamo solo sulle nostre forze mentre adesso siamo costretti a guardare in casa d’altri con la speranza che l’Empoli mantenga il distacco dalla terza sotto i dieci punti, salvando i playoff. Se vedo il bicchiere mezzo vuoto, il rammarico è grande perché, questa volta, gli spareggi non dipendono da noi. Ma devo per forza vederlo mezzo pieno consapevole che faremo di tutto per avere la coscienza pulita».

Se il Varese è andato meno veloce vuol dire che qualcosa non ha funzionato: «Qualcuno – commenta Montemurro – ci ha criticato per il mercato ma abbiamo voluto accontentare le richieste di Castori. Nella vita nessuno ha la sfera di cristallo e noi abbiamo creduto nelle nostre scelte: solo chi non prende decisioni non sbaglia».

I giovani e l’asticella
A Montemurro chiediamo di immaginare il futuro prossimo: «A questo punto della stagione – ribatte l’a.d. – siamo abituati a farci mille domande. Io non sono ancora in vacanza e non ho la testa per pianificare già il campionato che verrà. Lo farò solo dopo l’ultimo triplice fischio».

L’amministratore delegato fa però uno sforzo e ipotizza gli scenari: «Se si realizzerà il miracolo che inseguiamo da tre anni, ci attrezzeremo mantenendo la nostra struttura societaria e l’ossatura che ci ha permesso di arrivare fin qui dalle serie minori, visto che la nostra forza sta nella mentalità: finora i risultati sono arrivati perché ognuno, dal magazziniere al presidente, sente il Varese come se fosse una cosa sua. Se dovremo fare un altro anno di B, valuteremo al meglio chi merita di restare. E costruiremo una squadra ambiziosa con gente che ha voglia di rilanciarsi e tanti giovani interessanti».

Stefano Bettinelli ha inculcato la mentalità giusta alla Primavera, organizzazione di gioco e quell’impagabile scintilla che, dopo l’arrivo di Beppe Sannino nell’ottobre 2008, è diventata l’anima profonda del Varese. «I nostri talenti migliori – continua Montemurro – sono un patrimonio e verranno promossi in prima squadra ma andremo in giro a cercare altri giovani meritevoli da far sbocciare in biancorosso». Per Montemurro il Varese punterà ancora in alto: «Ogni anno voglio alzare l’asticella e se resteremo in B punteremo a raggiungere in fretta la salvezza. Poi, penseremo a saltare più in alto».

Casa nostra
Per Montemurro il futuro passa dal Franco Ossola: «Avere uno stadio di proprietà è impossibile ma se riuscissimo a trasformarlo in un centro di allenamenti sarebbe già un grande passo. Ci serve una casa nostra dove poter essere sempre presenti in settimana, insieme ai nostri tifosi. Puntiamo a realizzare un campo in erba sintetica dietro ai distinti e a una soluzione mista (naturale-artificiale) per il terreno principale».
Le porte restano sempre aperte: «A Varese anche se fai bene sei sempre in discussione. Sentirci più coccolati ci darebbe uno stimolo in più e aspettiamo chi vuole dare una mano a questa squadra: un patrimonio di questa città che è diventata la mia seconda casa».

Filippo Brusa

a.confalonieri

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