Caligola «brucia» Varese Agricoltura e laghi in ginocchio

VARESE Oggi Caligola, domani Lucifero: gli ultimi due anticicloni dell’estate portano a Varese caldo intenso – con temperature sempre al di sopra dei 30 gradi – e siccità per sette-dieci giorni.
Un quadro che Coldiretti e Confagricoltura non esitano a definire «preoccupante» perché rischia di mettere definitivamente in crisi le produzioni e, in prospettiva, di far salire i prezzi di frutta e verdura al bancone.
«In molte zone della provincia, le coltivazioni di mais, alimento principale delle vacche da latte,

subiranno danni ingenti e lo stesso vale per frutta, verdura e colture vivaistiche» denuncia il direttore di Confagricoltura Giuliano Bossi. Il problema è nella tipicità delle aree agricole Varesotte che, non essendo irrigue, risentono più di altre dell’«assenza di precipitazioni che si protrarrà almeno fino al 23 agosto», come conferma Paolo Valisa del Centro geofisico prealpino del Campo dei Fiori.
Un quadro di difficoltà che si va a sommare a quello già incassato dall’agricoltura provinciale tra gennaio e febbraio (con temperature di dieci gradi sotto lo zero). E che rischia di tradursi nella chiusura di qualcuna delle circa 2.500 imprese attive sul territorio (che danno lavoro ad alcune migliaia di persone). «Purtroppo – prosegue Bossi – sappiamo che, se chiude un’azienda, difficilmente ne apre un’altra, a discapito anche della conservazione e della cura del territorio».
«Questa volta la situazione è veramente critica, soprattutto per quanto riguarda le colture di cereali, mais e soia, ovvero tutto ciò che è alla base della catena alimentare degli animali, che come conseguenza produrranno meno latte» ammette da par suo il presidente di Coldiretti, Fernando Fiori.
«Anche i maiali stanno mangiando meno, quindi avremo meno ingrasso e il terzo taglio del fieno non si farà, il terreno è completamente bruciato» prosegue. Difficile quantificare l’importo dei danni a carico degli agricoltori, «lo potremmo dire nel giro di qualche settimana o addirittura di alcuni mesi», ma è certo che un ritocco dei prezzi di ortaggi e verdure ci sarà, e ricadrà nelle tasche dei consumatori. E se l’agricoltura piange, l’allevamento certamente non ride: «Siamo certi che l’alimentazione della vacca da latte e di tutto il bestiame avrà un rincaro sostenuto, producendo difficoltà anche a questo settore» dicono Fiori e Bossi.
Tanto più che la siccità non è un fenomeno limitato alla sola città di Varese. E il latte? Idem come sopra: «Registriamo continui aumenti dei costi di produzione mentre il prezzo alla stalla è praticamente rimasto quello di 25 anni fa», spiega Bossi.
Che fare? «Abbiamo già iniziato a raccogliere le segnalazioni delle aziende e, quando avremo un quadro preciso, le inoltreremo alle istituzioni competenti ma siamo consci del fatto che la disciplina sulle calamità naturali ha subito drastiche riduzioni» prosegue il direttore. C’è, insomma, poco da sperare in ancore di salvataggio da ministero dell’Agricoltura e Pirellone, a corto di quattrini. «Nel frattempo cercheremo di limitare i danni incrementando l’irrigazione ma, questo, comporterà un dispendio notevole di soldi» fa eco Fiori. Resta il dato: «Perdere un raccolto significa perdere un anno di lavoro. A questo punto, siamo pessimisti».

s.bartolini

© riproduzione riservata