New York, 28 ago. (TMNews) – La marcia di Irene verso nord prosegue inesorabile. Dopo avere lasciato oltre un milione di persone senza elettricità lungo la costa dalla Nord Carolina alla Virginia, avere provocato la morte di almeno otto persone e danni che ancora non è possibile calcolare, l’uragano – ancora categoria 1, con venti che soffiano a oltre cento chilometri all’ora – è arrivato a New York. Nella metropoli, dove l’occhio dell’uragano arriverà nella giornata di oggi, la pioggia è battente, con raffiche di vento molto forti.
New York sembra un deserto: il sindaco Michael Bloomberg aveva ordinato l’evacuazione obbligatoria di 370.000 persone dalle zone considerate a rischio (comprese Battery Park, il Financial District, Wall Street, parte di Chinatown e alcune aree dei borough di Brooklyn e Staten Island) e aveva chiesto a tutti gli altri di rimanere tappati in casa almeno fino alle 21 di domenica. Chiusi gli aeroporti e per la prima volta nella storia della città anche i mezzi di trasporto pubblici: niente autobus, né metropolitana, almeno per tutta la giornata di oggi, se non addirittura anche lunedì.
Chiusi negozi, compreso il department store Bloomingdales, saracinesche abbassate per ristoranti e locali, deserta persino Grand Central Station, la stazione dei treni solitamente affollatissima, vuoto anche Central Park, dove il pericolo che cadano alberi o rami è altissimo (proprio così hanno perso la vita almeno due delle persone rimaste finora vittime di Irene).
Il sindaco non vuole correre rischi: “era troppo pericoloso per prendere decisioni diverse, la vita delle persone è ancora in pericolo”, ha detto. E il rischio principale è che il livello del mare si alzi talmente tanto da fare finire sott’acqua ampie parti di Lower Manhattan, forse fino al sito dove sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center. Secondo gli esperti il mare si alzerà tra gli 1,2 e i 2,4 metri.
“Ci aspettano ore molto lunghe”, aveva commentato il presidente Barack Obama, costantemente aggiornato dal Fema, la protezione civile americana. Nel frattempo i meteorologi cominciano a mettere insieme le cifre: l’uragano ha provocato raffiche a 120 chilometri orari sulla costa del North Carolina, mentre a Washington “appena” di 60 all’ora.
Il record della pioggia finora a Hampton in Virginia, a sud di Washington, dove la tempesta ha fatto cadere in poche ore ben 30 centimetri d’acqua. Nel frattempo, l’uragano non inonda solo le coste ma anche Twitter: il sito di micro-blogging ha reso noto (con un tweet, naturalmente, mandato da @twitterglobalpr) che la media è stata nella giornata di sabato è stata di 3.000 tweet al minuto con lo hastag #Irene, il doppio del giorno prima e il triplo di giovedì.
MAZ
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